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BUONO A SAPERSI 28 NOVEMBRE 2023

La mappa dell'oro in Italia: in quali regioni cercare

Sin dai tempi del Far West la caccia all’oro non si è mai arrestata. Nel nostro Paese la passione per scovare nei letti di fiumi e torrenti pepite e pagliuzze unisce ancora oggi un gran numero di appassionati.

Tutti armati di setaccio e batea (l’iconica padella a forma di cappello cinese da immergere nell’acqua).

Ma come sottolinea l’Associazione Biellese dei Cercatori d’oro (il più importante centro per i ricercatori del Nord Italia) si tratta solamente di un semplice passatempo.

Il vantaggio economico è pressoché irrisorio, basta pensare che dopo 8 ore di duro lavoro nella migliore delle ipotesi si fa ritorno a casa con la schiena rotta e appena un grammo d’oro.

Cosa dice la legge

L’Italia, va detto, non vanta una presenza significativa d’oro primario, termine con il quale si fa riferimento a quello estratto direttamente dalle miniere.

Il discorso cambia per quanto riguarda l’oro secondario, presente nella sabbia di torrenti e fiumi per via dell’azione erosiva dei corsi d’acqua.

Circa quest’ultimo, la domanda da porsi è la seguente: è possibile raccoglierlo?

La legge n. 1443 approvata nel 1927 sottolinea come tutti i beni del sottosuolo siano di proprietà statale.

Perciò, l’oro che si trova in territorio italiano risulterebbe a tutti gli effetti di proprietà del Governo.

Occorre sapere però che le sabbie aurifere non rientrano nel campo di applicazione del provvedimento.

Quindi, le attività di ricerca nei corsi d’acqua sono assolutamente legali, a patto che non vadano a contrastare i particolari regolamenti sanciti a riguardo da ciascuna regione.

Le zone italiane più ricche

Nel nostro Paese l’oro viene estratto soprattutto al Nord. La regione italiana più ricca d’oro è senza dubbio il Piemonte.

Nelle valli che scendono dalle Alpi si trovano numerosi giacimenti primari. Attualmente, le aree in cui i ricercatori sono più attivi sono i torrenti Elvo e Cervo, la zona a ridosso del Ticino e quella Ovadese del Basso Piemonte e del Monferrato.

La Pianura Padana è senza dubbio una terra fertile: decine di fiumi e torrenti che si originano dai ghiacciai dell’arco alpino si gettano nel Po.

Qui, grazie all’azione erosiva dell’acqua, sedimenti di oro si depositano a valle.

Regioni aurifere importanti sono quindi Lombardia, Veneto e Liguria (specialmente l’area appenninica del Gruppo di Voltri).

Non è tutto: depositi rilevanti si trovano anche in Valle d’Aosta e in Trentino Alto-Adige, dove però i giacimenti sono presenti in quantitativi minori rispetto ai siti precedentemente detti.

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