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CURIOSITÀ 02 OTTOBRE 2020

7 anni per difenderci dall’apocalisse climatica, lo dice New York

Potrebbe essere arrivata una risposta credibile alla domanda che il cantautore italiano Ligabue si poneva ossessivamente in un suo famoso singolo, “A che ora è la fine del mondo?”: nel cuore della Grande Mela, infatti, è ufficialmente partito il countdown

Sulla faccia che dà sulla 14th Street del grattacielo Metronome a sud della newyorkese Union Square, al posto dell’ormai iconico orologio “The Passage”, è arrivato il “Climate Clock”, l’inquietante conto alla rovescia verso il collasso del nostro pianeta che, secondo i calcoli degli ambientalisti, giungerà inesorabile se non si metteranno in atto iniziative concrete per scongiurare la crisi climatica.
L’opera di sensibilizzazione, nata dall’impegno degli artisti attivisti Andrew Boyd e Gan Golan, dovrebbe essere in grado di scuotere le coscienze di tutti, anche di quelli a cui non importa granchè di ciò che potrà succedere dopo la loro dipartita: questo perché l’ora X dovrebbe scattare l’1 gennaio 2028, quindi tra poco più di 7 anni.

Anche se questa “deadline”, basata sulle ricerche dell’ONU e del “Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change”, è ovviamente più simbolica che reale, è verosimile che possa segnare un punto di non ritorno per la progressione del riscaldamento globale, con ripercussioni catastrofiche sulla natura e, di conseguenza, su tutti gli esseri viventi della terra.
Quando la concentrazione di CO2 nell’aria che respiriamo supererà la soglia critica, la temperatura media del pianeta si stabilizzerà a +1,5° rispetto a quella dell’epoca preindustriale, condizione che provocherà lo scioglimento dei ghiacciai con conseguente innalzamento di 2,5 metri dell’attuale livello dei mari.

C’è però anche un messaggio di speranza nel Climate Clock, una parte visibile solo agli ideatori stessi che riporta la percentuale di energia pulita da fonti rinnovabili che, se crescesse abbastanza, potrebbe portare alle emissioni zero: i bene informati riferiscono che, al momento, questo dato è ancora al di sotto del 30%.

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