Ebbene sì, anche i nostri deputati nel 2019 devono fare attenzione al portafogli: il loro bar di fiducia, quello della Camera, ha alzato i prezzi… Una tazzina di caffè adesso costa 1 euro rispetto ai 90 centesimi di prima, la spremuta da 2,50 euro è salita a 2,75, l’acqua è passata da 50 a 55 centesimi e un gustoso piatto di frutta da 2 euro a 2,20. Supplì e tramezzini oggi costano 3,25 invece di 3 euro. Il costo di una tazza di thè è lievitato del 65%, da 1 euro a 1,65, ma pare si possa scegliere la bustina che più si gradisce. Merito di un nuovo bando indetto dalla Camera nel 2017 vinto da Cir Food, che sottolinea come i prezzi si siano alzati data la buona qualità dei materiali utilizzati, biologici. “Iniziamo l’anno con il piede giusto. Nel nuovo appalto che è partito in questi giorni con la Cir Food la Camera dei deputati non paga più il canone annuale di gestione per la buvette” scrive così su Facebook il deputato pentastellato Federico D’Incà, questore della Camera “Complessivamente l’amministrazione e quindi i cittadini risparmiano € 189.000 sul totale dell’appalto per la ristorazione interna e ci sono aumenti medi del 10% per le singole voci. In merito ai prezzi della buvette, questi sono stati allineati a quelli di mercato perché erano fermi al listino depositato ai tempi della Presidenza Fini” Un piccolo passo per Montecitorio, toccherà a noi capire se gioirne o meno…