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NOTIZIE 15 APRILE 2022

Bioplastiche, perché buttarle nell’organico può essere sbagliato

La plastica è un materiale praticamente impossibile da smaltire e altamente inquinante. Come alternativa ecologica e sostenibile vengono proposte quelle biodegradabili o quelle compostabili, sempre più diffuse, in particolare per oggetti monouso. La bioplastica, ovvero quella che si ottiene da materiali di origine vegetale, però, non necessariamente va nella raccolta dell’organico. Per comprendere quale tipologia di plastica può essere trasformata in compost, c’è da fare un chiarimento sui termini: riciclabile, biodegradabile e compostabile. Se in materia di green sono tante le novità per rendere il mondo più ecologico, come il lampadario che produce acqua potabile, c’è comunque da far attenzione per quanto riguarda i rifiuti da riciclare. Per questo motivo, è utile conoscere perché può essere sbagliato buttare le bioplastiche nell’organico.

Perché può essere sbagliato buttare le bioplastiche nell’organico

Partiamo dal concetto, per esempio, che la plastica riciclabile non è bio, ma può solo essere recuperata per dare vita a nuovi prodotti. Per questo motivo, non va gettata nell’organico. La biodegradabile, invece, permette un’accelerazione del processo di biodegradazione del materiale, in combinazione con specifici enzimi e batteri. Mentre la compostabile è l’unica pensata per trasformarsi in un compost ricco di sostanze nutritive per il terreno alla fine del suo ciclo vitale. Un elemento biodegradabile non è automaticamente anche compostabile. Biodegradabile è appunto ogni materiale che può essere scomposto in composti chimici semplici come acqua, anidride carbonica e metano in un lungo tempo di degradazione. La normativa europea stabilisce che deve decomporsi del 90% entro 6 mesi. I materiali compostabili, invece, hanno dei tempi di decomposizione molto più brevi della durata di meno di 3 mesi. Le plastiche biodegradabili non compostabili, quindi, non vanno buttate nell’organico, ma nella plastica. Questo significa che bisogna fare attenzione quando si scelgono i sacchetti per l’umido: solo quelli di bioplastica o di carta sono adatti, mentre i non compostabili non sono ammessi negli impianti di compostaggio industriali. Un quinto della plastica prodotta nel mondo non viene correttamente stoccata e smaltita. Questo fa sì che il materiale si disperda nell’ambiente finendo per intaccare gli ecosistemi terrestri e marini. Per ridurre i cambiamenti climatici, è importante partire dalle piccole cose che si possono fare quotidianamente, come una corretta raccolta differenziata.

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