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CURIOSITÀ 16 MARZO 2023

Boom di intelligenza artificiale e ChatGPT: i lavori più a rischio

L’intelligenza artificiale sta gradualmente entrando nella quotidianità. Per quanto siano ancora lontani – sostanzialmente impensabili, almeno per il momento – gli scenari apocalittici descritti nei più popolari libri e film di fantascienza, con le macchine che iniziano a ribellarsi al controllo degli uomini, sono già in tanti a essere preoccupati per come le AI stanno cambiando il mondo.

Cos’è ChatGPT e come funziona l’intelligenza artificiale

Le intelligenze artificiali sono infatti in grado di sostituire il lavoro umano in diversi ambiti, dalla creazione, revisione e rielaborazione dei testi alla programmazione, ma sono ancor più funzionali a livello gestionale – permettono infatti di risparmiare tempo, aumentano le performance e riducendo i margini di errore – e analitico, grazie alla capacità di elaborare un’enorme mole di dati.

Tra i vari tool di intelligenza artificiale, Chat GPT – a proposito, occhio alla truffa che sfrutta proprio il nome di Chat GPT – è sicuramente il più discusso. Basato sull’apprendimento automatico – il cosiddetto “machine learning” – questo chatbot è in grado di fornire risposte strutturate, ma anche di programmare, tradurre, riassumere articoli e libri e tanto altro.

Ha iniziato anche a “osservare” la realtà, ed è in grado di identificare oggetti e volti nelle immagini. In maniera non differente rispetto ad altri strumenti di intelligenza artificiale che disegnano e migliorano i quadri famosi.

L’intelligenza artificiale fa paura agli italiani: i motivi

Nel mondo sono innumerevoli le aziende che stanno facendo affidamento a queste tecnologie, ma l’Italia è sostanzialmente in ritardo da questo punto di vista.

ll 40% degli italiani, infatti, ammette di “fidarsi poco” dell’intelligenza artificiale. A dirlo è un’indagine condotta da Unicusano, secondo cui il 71% delle persone interpellate teme che possa danneggiare il proprio futuro professionale.

I lavori a rischio per colpa dell’intelligenza artificiale

I più preoccupati sono ovviamente i professionisti dei settori creativi, ambiti in cui le applicazioni delle IA sono più immediate e già molto efficaci, parliamo quindi di copywriter e traduttori, ma anche di programmatori e marketer.

Sempre secondo Unicusano, l’IA potrebbe far perdere 73 milioni di posti di lavoro negli USA e 15 milioni in Europa.

Per evitarlo saranno necessari interventi da parte delle autorità competenti, che dovranno regolamentare questo strumento e renderlo un prezioso alleato sul lavoro e non un nemico da temere.

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