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CURIOSITÀ 12 NOVEMBRE 2021

Briatore e la raccolta dei tartufi: quali sono le regole

Flavio Briatore ha mostrato con orgoglio un mucchio di tartufi bianchi e succulenti. Ma in molti sui social lo hanno criticato per via di alcune regole ben precise che vanno seguite quando si fa la raccolta. (Qui il motivo per cui i tartufi costano così tanto).

Briatore e il video sui tartufi: i social impazziscono

Briatore è apparso in un video sul suo profilo social, in cui mostra alcuni tartufi bianchi di dimensioni eccezionali. È periodo infatti di raccolta e i tartufi sono uno degli ingredienti principe di questa stagione per i locali del famoso imprenditore. Questi tartufi bianchi sono stati acquistati in particolare per conto del ristorante Cipriani di Montecarlo. “Sono certificati di Alba, in questo periodo non si trovano ma noi li troviamo”, ha spiegato nel video Briatore. Questa sua dichiarazione ha fatto arrabbiare l’Associazione tartufai italiani, che lo ha accusato di aver comprato dei prodotti importati dall’estero e aver cercato di venderli come italiani. L’associazione ha infatti deciso di fare un esposto al Nas dei carabinieri per l’ipotesi di reato di “vendita di prodotti industriali con segni mendaci“. Il motivo, secondo gli esperti, è che tartufi così grandi d’Alba non si riescano a trovare quest’anno, perché penalizzati dalla siccità estiva. A queste critiche ha risposto senza problemi Briatore, che sui social ha postato la foto del certificato dei suoi tartufi d’Alba con la scritta: “CHI CERCA TROVA… e noi il vero Tartufo Bianco d’Alba lo abbiamo cercato, trovato e comprato (a 6.000 euro al kg, per essere precisi). Ecco la prova per chi ha scatenato il putiferio sulla autenticità e la provenienza dei nostri tartufi.”

Raccolta tartufi: quali sono le regole

Ma come funziona davvero il mondo delle certificazioni dei tartufi? Per essere un regolare “Tartufaio”, ovvero un raccoglitore di tartufi, bisogna acquisire “l’abilitazione alla raccolta” con un esame per cui bisogna studiare intensamente. prepararsi sul delicato equilibrio del mondo dei tartufi. La raccolta dei tartufi va fatta in modo da non mettere a rischio la conservazione di questo patrimonio naturale. Superato l’esame, bisognerà richiedere alla provincia l’apposito tesserino, valido sull’intero territorio nazionale, e pagare ogni anno la tassa di concessione. Secondo la legge, la raccolta dei tartufi è libera nei boschi e nei terreni non coltivati. Mentre chi possiede delle aree dove crescono i tartufi, può richiedere il riconoscimento di tartufaia controllata. Non va dimenticato che è vietato raccogliere tartufi immaturi e andare in cerca nelle ore notturne e non si può neanche raccogliere i tartufi al di fuori dei periodi consentiti. In particolare, il Bianco d’Alba è da sempre considerato il re di tutti i tartufi, per via del suo profumo aromatico, del sapore piccante, simile al formaggio grana, e della sua rarità. Questo tartufo può essere raccolto solo nei boschi, dove si sviluppa spontaneamente in simbiosi con piante come cerro, rovere, roverella, pioppo, tiglio, nocciolo, carpino e salice bianco. Si può raccogliere solo nel periodo che va dal 15 Settembre al 31 Gennaio e viene normalmente 300 euro l’etto, quindi 3000 euro al kg. Chi non rispetta queste regole potrebbe incorrere in penali davvero severe, che cambiano di Regione in Regione e variano dai 100 ai 900 euro.

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