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CURIOSITÀ 06 NOVEMBRE 2020

Cacao, dalla fava alla barretta fra storia e leggenda

Dalle rive dell’Orinoco ai Maîtres Chocolatiers: il cioccolato non è solo squisito, ma ha anche una storia piena di fascino!

La Theobroma cacao, in greco “cibo degli dei”, è una pianta originaria del Sudamerica, comparsa spontaneamente intorno al 5000 a.C lungo il corso del grande fiume che attraversa Venezuela e Colombia: gli Aztechi furono tra i primi a trasformare la polvere ricavata dalle sue fave in una bevanda che chiamavano “Xocoatl”, termine da cui deriva la parola cioccolato.
Attualmente, il maggior produttore mondiale è la Costa D’Avorio, ma la coltivazione diretta degli alberi iniziò nel 1000 a.C. grazie ai Maya, che ne offrivano i semi agli dei: la parola “cacao” deriva dalla loro lingua ed è formata da “cac”, rosso, e “cau”, forza.

Secondo la leggenda, il divino re Quetzalcoatl, che al contrario dei nativi era di pelle bianca e portava una lunga barba, affidò alla bellissima moglie la custodia delle illimitate risorse del suo regno prima di partire per difendere i confini dai nemici: mentre lui era lontano, però, la principessa cadde nelle mani degli invasori che, davanti al suo rifiuto di rivelare l’ubicazione del tesoro, la uccisero. Dal suo nobile sacrificio nacque la pianta di cacao, il cui frutto racchiudeva, come in uno scrigno, preziosi semi, amari come il dolore, forti come il coraggio e rossi come il sangue: il re, distrutto dalla perdita dell’amata, donò gli alberi al popolo per ricordare per sempre la sua fedele sposa.

Per ottenere il primo cioccolatino come lo conosciamo si dovette aspettare fino al XIX secolo: la sua invenzione viene attribuita all’azienda Duret di Torino, mentre le tavolette comparvero in Gran Bretagna nel 1820.
Per mitigare il sapore amaro, i grossi frutti di cacao vengono spaccati in due e le fave al loro interno vengono prima sotterrate avvolte in foglie di banano, in modo che fermentino, e poi essiccate e tostate. Tramite il processo di macinazione detto “molinatura”, si ottiene la polvere che viene trasformata in cioccolato con l’aggiunta di burro di cacao e lecitina di soia, dopodichè l’impasto passa al “concaggio” per eliminare l’acidità e viene temperato per acquisire l’invitante aspetto lucido.

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