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CURIOSITÀ 03 FEBBRAIO 2023

Caduta dei capelli: da quale genitore si eredita? Il mito sfatato

A rivelare la falsità di una credenza diffusa da decenni è uno studio inglese. Quello che si pensa sulla caduta dei capelli non è del tutto vero. Se si comincia a perderli in giovane età la responsabilità non è solo dei geni materni, ma anche di quelli paterni. “Fifty, fifty”, direbbero a Edimburgo, dove si trova l’università che ha condotto le ricerche.

Ma non è finita qui, gli scienziati sono andati indietro nell’albero genealogico è hanno scoperto un altro dato importante. Vediamo di che si tratta e “diamo a Cesare quel che è di Cesare”

Da chi si eredita la calvizie?

Ad affermare che la caduta dei capelli non dipende solo dai geni della madre è anche il dottor Samer Sanghvi, medico che ha studiato i nuovi elementi scientifici. Non bisogna più ‘prendersela’ con uno solo dei genitori, insomma: anche il patrimonio genetico del padre può incidere. E, diciamocela tutta, in realtà non è colpa di nessuno.

Oltre questo dettaglio non di poco conto, i ricercatori inglesi nel 2017 hanno scoperto che, se il padre della propria madre è calvo, allora le probabilità che accada di nuovo non aumentano. Le dicerie che vengono alimentate da decenni, quindi, sono false.

In sostanza, la probabilità di perdere i capelli dipende da una combinazione genetica che va attribuita, eventualmente, a entrambi i genitori. Come funziona per le altre particolarità estetiche, funziona anche per la calvizie.

Il mito sulla caduta dei capelli è stato sfatato

I ricercatori hanno analizzato un campione di 52mila soggetti di sesso maschile, di età compresa fra i 40 e i 69 anni. È stato determinato che l’80% della calvizie dipende dalla genetica. Anche se a incidere è soprattutto il cromosoma X, ereditato dalla madre, non è l’unico.

In genere inizia con il diradamento sulle tempie e sulla parte superiore della testa. In un secondo momento, può succedere che la caduta si estenda ad altre parti del cuoio capelluto. Si tratta di un’eventualità che si può manifestare già dalla tarda adolescenza. Secondo gli esperti, la maggior parte degli uomini che soffrono di calvizie finisce il processo entro i 60 anni.

A incidere è il diidrotestosterone, dicono i medici. Può succedere quindi che, dopo la caduta del capello, il follicolo pilifero si restringa e perda la capacità di farlo ricrescere. Questa tipologia di testosterone inciderebbe anche sulla vita stessa dei follicoli e sulla rapidità e la frequenza con cui si manifesta l’alopecia maschile.

Mentre ci si chiede se è stata trovata la cura dell’alopecia, i ricercatori fanno sapere che in questi casi i farmaci e i trattamenti locali non hanno efficacia, si tratterebbe di una condizione permanente. Invece, se la caduta dei capelli dipende da altre cause – come cancro, perdita di peso, carenza di ferro, stress – può essere temporanea. Se si riesce ad agire sulla motivazione scatenante, si incide anche sull’effetto. E, a proposito di cancro, è stata fatta un’incredibile scoperta genetica.

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