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BUONO A SAPERSI 20 OTTOBRE 2023

Cambiare residenza senza contratto d'affitto

Per chi avesse necessità di vivere per un periodo di tempo determinato lontano dal proprio domicilio abituale, ad esempio per motivi di lavoro o di studio, esiste una soluzione che non comporta l’acquisto o la locazione di un appartamento.

In questi casi, però, è essenziale sapere come ottenere l’attestazione di residenza nella città dove ci si trasferisce momentaneamente.

Ecco come fare.

Vivere come ospite a casa di qualcun altro

Essere ospitati da amici o parenti, per chi ne ha la possibilità, è sicuramente una vera e propria fortuna. Ma quando la permanenza si prolunga nel tempo, avere la residenza presso di loro risulta imprescindibile.

Sono tanti, infatti, i servizi preclusi ai non residenti in un dato comune, non si può votare in caso di elezioni e anche ricevere la posta può diventare un problema.

Residenza e domicilio non sempre coincidono

Formalmente, la residenza è il luogo che un cittadino elegge a sua dimora abituale. Questo impedisce di fissarla per questioni di comodo (ad esempio, a livello fiscale) in un’abitazione che non si frequenta mai.

Il domicilio, invece, è il luogo in cui si possono avere interessi ed affari da portare avanti.

È il caso di studenti o insegnanti fuori sede, pendolari e transfrontalieri, che necessitano di una base d’appoggio durante l’attività lavorativa, ma poi rientrano a casa nelle giornate libere.

La residenza si può stabilire in un solo Comune e ad un solo indirizzo: all’atto del cambio, quindi, viene automaticamente cancellata quella precedente.

Cosa prevede la legge

Chi occupa ad uso abitativo (o lavorativo) uno stabile che non sia di sua proprietà o del quale non sia inquilino contrattualizzato, viene considerato abusivo.

Non gli è quindi concesso di eleggerlo a dimora abituale ed allacciare le utenze energetiche, anche se ne avesse a disposizione le chiavi.

Vi si può prendere la residenza solo dichiarando esplicitamente all’anagrafe del comune di riferimento di essere ospite presso il proprietario, l’affittuario o colui che ne fruisce in comodato d’uso. Mostrando agli uffici l’atto di proprietà o il contratto di locazione del soggetto ospitante.

Ovviamente, lo stesso concetto vale anche quando si opta per convivere con una persona che appartiene al proprio nucleo familiare o parentale o alla quale si sia legati da un vincolo affettivo, come fidanzati o compagni.

Lo Stato di Famiglia

Essere o non essere nello stato di famiglia di chi vi ospita fa la differenza a livello di dichiarazione delle tasse ed attestazione ISEE, sia per il cumulo di eventuale reddito, sia in caso di richiesta di detrazioni o agevolazioni.

Aumenterà anche la quota da pagare per la TARI, la tassa sui rifiuti, perché viene normalmente calcolata in base non solo alla metratura dell’abitazione, ma anche al numero di persone che ci vivono.

Come ottenere la residenza senza contratto

Dopo aver trovato chi è disponibile ad offrire ospitalità, bisogna presentare la domanda di residenza, compilando un modulo apposito che può essere consegnato al Municipio con diverse modalità: di persona, via fax o tramite e-mail.

Sarà necessario allegare una copia della carta d’identità e attendere che la richiesta venga accettata.

Normalmente, occorrono circa 45 giorni per espletare la pratica ma, in caso di esito positivo, la residenza verrà considerata effettiva a partire dalla data in cui è stata presentata la domanda.

Trascorso quel mese e mezzo circa, comunque, l’iscrizione all’anagrafe si perfeziona anche in assenza di risposta da parte del Comune, in base alla regola vigente del silenzio-assenso.

La mancata accettazione di una richiesta di residenza senza contratto può dipendere da vari fattori, come un’errata comunicazione dei dati o la mancanza di qualche documento.

In quest’ultimo caso, l’ufficio anagrafe provvede ad inviare comunicazione al richiedente, invitandolo a correggere o completare la domanda.

Quali conseguenze per l’ospitante?

Oltre alle già specificate incombenze di natura fiscale, se l’ospitante è proprietario dell’immobile, ha l’obbligo di comunicare al Comune la presenza di un abitante aggiuntivo nella propria casa.

Se, invece, ha un contratto di affitto, deve chiedere al padrone di casa se può accogliere stabilmente un’altra persona.

Per evitare spiacevoli problemi e discussioni future, inoltre, sarebbe opportuno far firmare alla persona accolta un contratto di comodato d’uso da registrare presso l’Agenzia delle Entrate.

E in tale contratto fare l’elenco di tutti gli oggetti e il mobilio presenti nell’abitazione prima del suo arrivo.

In caso, ad esempio, la persona sia vessata da debiti, questo documento permetterà di salvaguardare l’ospitante da eventuali provvedimenti di pignoramento, rendendo i propri beni distinguibili da quelli che l’ospite ha portato all’atto del trasferimento.

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