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BUONO A SAPERSI 09 APRILE 2021

Cereale del mare, la scoperta che rivoluziona il modo di mangiare

Il cereale del mare lo ha scoperto Ángel León, un professionista che negli anni ha collezionato quattro stelle Michelin. Lo “chef del mare”, così è stato soprannominato, è un avanguardista nel suo settore. Ma perché è così sorprendente quello che è riuscito a intuire e, poi, a verificare? Si tratta di un alimento ricco di potenzialità, presente nei 3/4 della Terra.

Lo ha trovato quattro anni fa, a 14 metri di profondità nella baia di Cadice, a sud della Spagna. È una pianta simile a un cereale. La Zostera marina è presente in Europa solo in quattro varietà e in via d’estinzione. Non è un’alga, ma si nutre dell’acqua del mare. Una serie di ricerche, certificate anche da un comitato tecnico scientifico, hanno dimostrato che il cereale presente all’interno di questo vegetale è un ingrediente culinario a tutti gli effetti e mai provato prima.

Due ettari e mezzo di coltivazione hanno permesso a León di proseguire con la sua intuizione rivoluzionaria. Pur non sapendo ancora come potrebbe trovare la giusta collocazione in cucina, lo chef crede che abbia un grande potenziale per diventare fonte di nutrimento. Infatti, si tratta di una pianta che è un po’ riso e un po’ quinoa, due cereali che hanno già trovato ampio spazio nelle diete di tutto il mondo. Inoltre, è molto versatile: può diventare farina, pasta e pane alternativi.

Un cambiamento in atto

Il sogno di León è quello di trasformare il cereale del mare in una possibilità nutritiva per quei luoghi dove le risorse scarseggiano. Basti pensare ad alcuni Paesi Africani, per esempio. Diversi studi hanno infatti sottolineato come possa essere un vero e proprio “superfood”. Possiede proteine di alta qualità, carboidrati e pochi grassi. Contiene anche le vitamine A, E e quelle del gruppo B; ma pure antiossidanti come gli Omega 3 e 6, aminoacidi e glucosio.

Inoltre, il fatto che cresca sul fondale marino può rappresentare un rifugio per la fauna del luogo, si pensi ai cavallucci marini e ai gamberetti. Insomma, la strada è in salita, ma la tenacia non manca e c’è bisogno di novità che diano speranza. Il cereale del mare può essere protagonista di un cambiamento che trasformi gli oceani in “giardini”, risorse per l’uomo e il pianeta intero.

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