VIDEO
Cerca video
CURIOSITÀ 21 LUGLIO 2022

Chi decide se i ricordi sono belli o brutti? La scoperta!

Quale parte del nostro cervello condiziona i nostri ricordi? Perché e con quale criterio alcuni di essi vengono etichettati dal nostro subconscio come brutti e negativi, mentre altri suscitano nel tempo sentimenti positivi? Una ricerca effettuata alla Salk Institute di La Jolla, in California, ha provato a dare una risposta concreta a queste domande.

La scoperta scientifica è stata pubblicata sulla rivista “Nature” e conferma l’esistenza di una molecola nel nostro organismo il cui compito è esattamente quello di decidere se i nostri ricordi sono belli o brutti. Si tratta della neurotensina, un peptide isolato per la prima volta nel 1973.

Ricordi belli o brutti? Lo decide il cervello grazie alla neurotensina

Questo neurotrasmettitore così importante (che ha sede nel cervello), e la scoperta della sua specifica funzione, rappresentano un passo avanti verso nuove possibili terapie per combattere problemi molto diffusi come ansia (sapevi che esistono cibi per ridurla?), depressione e disturbi da stress post-traumatico.

Ma come si è arrivati a capire che la responsabile della catalogazione dei ricordi è proprio la neurotensina? Il team di ricercatori, guidato da Hao Li, ha effettuato i propri studi di laboratorio su alcuni topi, dai quali ha eliminato in maniera selettiva (attraverso una tecnica genetica complessa chiamata Crispr) la neurotensina.

“Abbiamo ottenuto un controllo sul processo biologico fondamentale, che permette di ricordare se qualcosa è buono o cattivo […] È fondamentale per la nostra esperienza di vita e l’idea che possa ridursi a una singola molecola è incredibilmente eccitante” ha dichiarato uno dei ricercatori, Kay Tye.

La scoperta della molecola che etichetta i ricordi apre a nuovi scenari

I risultati ottenuti hanno evidenziato come i topi – privati della neurotensina – non sapessero più associare sensazioni positive ai loro ricordi. Per quelli negativi invece, le capacità erano automaticamente aumentate. Un alto livello di neurotensina, inoltre, promuoverebbe l’apprendimento e allevierebbe l’associazione a sensazioni e pensieri negativi.

Lo studio ha fatto così emergere come il cervello sia propenso per natura ad avere paura e come questa possa influire diversamente sui ricordi proprio grazie ai livelli di neurotensina. È già noto da tempo ad esempio come il cervello ci suggerisce se siamo innamorati, inviando dei segnali “spia”. Quest’ulteriore scoperta spiegherebbe anche perché alcune persone tendono a conservare più ricordi negativi rispetto a quelli positivi, e viceversa.

Chiudi
Caricamento contenuti...