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NOTIZIE 22 GIUGNO 2021

Ci si può tuffare nelle fontane in Italia? I casi e cosa si rischia

Sono tanti i turisti stranieri o i cittadini che si sono tuffati nelle fontane delle città italiane. Probabilmente complice il caldo o la voglia di emulare la celebre scena tra Anita Ekberg e Marcello Mastroianni nel film La Dolce Vita di Federico Fellini, i monumenti maggiormente presi di mira sono proprio quelli di Roma.

Uno degli ultimi casi, a giugno 2021, è stato quello di una ragazza che ha fatto il bagno nuda nella fontana di piazza Colonna, davanti a palazzo Chigi. Negli ultimi anni, eventi simili si sono moltiplicati così che i sindaci di varie città hanno emesso ordinanze per vietare determinati comportamenti pena una multa abbastanza cara da pagare.

I casi e le multe per chi si è tuffato nelle fontane pubbliche

Nel 2018 una coppia di americani ha ricevuto una sanzione di ben 900 euro per essersi tuffata nella Fontana di Trevi con un salto all’indietro sincronizzato. L’esibizione è stata vista dai vigili urbani che hanno provveduto immediatamente a multarli. Il giorno precedente, per lo stesso motivo, è stata emessa una notifica da 450 euro a un turista russo che aveva deciso di rinfrescarsi nel monumento settecentesco di Niccolò Salvi.

Ma i casi a Roma sono innumerevoli, nel 2019, un casertano si è vestito da antico senatore romano e si è tuffato nella Fontana di Trevi. Colto in flagrante, ha ricevuto una maxi multa da 550 euro e il Daspo. Lo stesso anno altri 8 turisti sono stati multati per 450 euro per essersi immersi nelle fontane di Trevi, nella Barcaccia e al Vittoriano.

Nel 2021 a Pineto, 15 persone hanno ricevuto una multa da 400 euro per aver festeggiato Pasquetta con bagni nella fontana della stazione, ma in quel caso, però, la sanzione era per aver violato la zona rossa. Festeggiamenti e tuffi nelle fontane sono avvenuti anche a Bologna, sempre nel 2021, ma non è chiaro se gli autori del gesto siano stati multati o meno.

Tuffarsi nelle fontane pubbliche è infatti proibito a seconda delle ordinanze comunali delle varie città. Metropoli e centri culturali come Firenze, Roma, Venezia e Torino hanno disposto norme a tutela del loro patrimonio artistico che vietano il bivacco. In questi casi i divieti sono vari e diversi da città a città e vanno dal non immergersi nelle fontane al non sostare per pranzi al sacco sui gradini dei monumenti fino al divieto d’ingresso in determinate aree.

Dove non ci sono ordinanze comunali, restano in ogni caso le norme del buon senso che ammettoro l’uso di fontane per bere, riempire borracce e bagnarsi il viso e le mani, mentre dovrebbe essere vietato fare il bagno, immergere piedi e gambe, mettersi sotto il getto d’acqua o schizzare i passanti.

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