Via libera del Consiglio comunale di Milano all’emendamento che introduce il patentino per i cani potenzialmente“pericolosi”
Come funziona il patentino per i cani “pericolosi”
Secondo il nuovo emendamento approvato (e presentato dal consigliere del Pd Carlo Monguzzi) i padroni milanesi dei cani potenzialmente “pericolosi” dovranno partecipare ad un corso di 3 giorni all’Ats per il conseguimento di un patentino; un modo per tutelare maggiormente l’incolumità degli umani e, non il ultimo, dei quattro zampe.
In cosa consiste? Si tratta di un percorso formativo (con tanto di esame finale) articolato in una decina di ore, su argomenti riguardanti fasi dello sviluppo canino, riconoscimento dei comportamenti aggressivi, come gestirli e affrontarli, e obblighi e doveri del proprietario dal punto di vista normativo. Tra le razze coinvolte, solo per citarne alcune, American Bulldog, cane pastore del Caucaso, Dogo argentino, Pit Bull, Bull Terrier, American Staffordshire Terrier e Cane Corso.
Centrodestra e Movimento 5 Stelle si sono detti contrari all’emendamento; ma Gustavo Gandini, garante degli animali del Comune di Milano, ha ribadito l’esistenza di razze potenzialmente pericolose, selezionate dall’uomo con una certa morfologia; situazioni idealmente di rischio che possono essere ridotte al minimo grazie all’intervento di un bravo addestratore.
Va detto che il rilascio del patentino è una realtà già concepita a livello nazionale, su segnalazione però veterinaria: il medico, infatti, è chiamato a valutare la “pericolosità” del cane in base a indole e comportamento (a prescindere quindi dall’appartenenza ad una razza specifica), comunicando il responso all’Asl territoriale competente, che inserisce poi l’animale nel Registro dei cani con problemi comportamentali.