Il coronavirus sta mettendo a dura prova – sotto l’aspetto psicologico – anche i nervi più saldi, soprattutto per la velocità con cui siamo stati costretti ad abituarci alla nuova realtà virale; realtà che ha risvegliato – come spiega Enrico Zanalda, presidente della SIP – la paura collettiva di essere travolti da un’epidemia; una fobia talmente radicata da spingere a compiere anche azioni incontrollate.
Questo timore atavico è amplificato dall’infodemia, ovvero la diffusione velocissima di notizie parziali, contraddittorie e alle volte false, capaci di causare un pericoloso clima di sfiducia – non in ultimo – nelle Istituzioni.
L’Italia è sì il paese europeo col maggior numero di casi accertati ma – come conferma Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della SIP – sta registrando anche le più ingiustificate ed eccessive reazioni psicologiche.
Insomma, un vero e proprio mix ansiogeno che ha modificato letteralmente le nostre abitudini quotidiane. La chiusura dei luoghi pubblici e la sospensione degli eventi culturali e sportivi hanno contribuito a rendere le persone ancora più fragili al cospetto di questa minaccia invisibile. Più che la malattia, ciò che si teme è la paura stessa del contagio, dimostrando quindi come stato d’ansia e ipocondria si stiano diffondendo forse più del virus.
Ecco come comportarsi in questa situazione di caos generale:
- Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie;
- Riconoscere che le cose “spaventose” che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose;
- Contenere la paura, mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni fino a quando il panico non è passato;
- Affidarsi alle testate giornalistiche ufficiali e autorevoli;
- Scremare tutto ciò che si intercetta online, soprattutto se non verificato;
- Rivolgersi al medico di fiducia per qualsiasi domanda o dubbio;
- In presenza di panico, ansia o depressione contattare uno specialista.
A cura di Federico Mereta, giornalista scientifico