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CURIOSITÀ 06 OTTOBRE 2023

Cos’è la barca di San Pietro e come si prepara

Fra le tante tradizioni tramandate dai nostri antenati soprattutto nelle zone di campagna, ne resistono diverse, spesso affascinanti e ammantate di misticismo, come quella della barca di San Pietro.

L’antica usanza contadina

Nella notte tra il 28 e 29 giugno, ad esempio, in occasione della ricorrenza cristiana legata ai Santi Pietro e Paolo, da tempo immemore in diverse zone del Nord Italia, si realizza la “Barca di San Pietro”.

In particolare in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Trentino e Friuli – sopravvive l’usanza di posizionare un contenitore di vetro riempito d’acqua su di un prato, un giardino o sul davanzale della finestra o sul balcone, facendo colare al suo interno un albume d’uovo.

La mattina successiva, ai primi chiarori dell’alba, si controlla che nel contenitore si sia formata una massa filamentosa, che ricorda un veliero: si tratta della Barca di San Pietro.

Secondo le credenze popolari, infatti, è proprio l’apostolo Pietro, da buon pescatore, a voler rinnovare di anno in anno la vicinanza ai fedeli.

Soffiando, alla vigilia della sua festa, all’interno delle brocche, per far apparire la sua imbarcazione.

Le origini della tradizione

L’usanza viene fatta risalire nel tempo al culto dell’apostolo, che i monaci benedettini diffusero in Nord Italia a partire dall’VIII secolo.

I nostri bisnonni interpretavano la forma delle vele d’albume per vaticinare l’esito dell’annata dei raccolti.

Vele spiegate e ben aperte indicavano bel tempo e, quindi, maturazione ottimale delle messi; vele chiuse e strette, possibilità di un lungo periodo di piogge.

In base ad altre interpretazioni, la Barca ricorderebbe anche le peripezie della vita di Simon Pietro citate nei Vangeli, come la tempesta sul lago di Tiberiade in cui rischiò di annegare, – placata poi da Gesù -, e la camminata sulle acque che Maestro e discepolo fecero insieme in quell’occasione.

Essendo storicamente ricorrente, negli ultimi giorni del primo mese d’estate, il passaggio di perturbazioni temporalesche, nei tempi antichi si dava una spiegazione “mistica” al maltempo del periodo. Attribuendolo alla collera di Joanna, madre di San Pietro, finita all’Inferno per avarizia ed egoismo.

Il Santo pescatore, che si tormentava per le sorti della genitrice, chiese un giorno a Gesù di farla salire fino ai cancelli del Paradiso per sottrarla alla dannazione eterna.

Cristo impose allora al suo discepolo di consultare il Libro della Vita: se avesse trovato anche solo una buona azione compiuta dalla donna durante la sua esistenza terrena, l’avrebbe salvata.

Pietro scoprì che un giorno Joanna aveva regalato ad un mendicante le bucce delle patate che stava pelando ed ecco che gli angeli utilizzarono proprio quelle scorze per intrecciare una fragile corda, da calare fino all’Inferno per issare la sua anima in cielo.

Appena vide il verricello che l’avrebbe salvata, la donna lo afferrò felice, ma venne circondata dai dannati che volevano salire insieme a lei. Si mise così a gridare e scalciare per allontanarli e la corda di patate cedette agli strattoni, spezzandosi.

Nell’immaginario dei fedeli, il tonfo della caduta negli inferi della madre di Pietro e le sue urla di rabbia divennero l’origine del boato dei tuoni e del fragore dei fulmini che caratterizzavano i temporali del 29 giugno.

La spiegazione scientifica della Barca

Nonostante la tradizione sia ben più affascinante, alla base della formazione del veliero nella brocca d’acqua ci sono le leggi della fisica: il fenomeno, infatti, è dovuto all’escursione termica che nei primi giorni d’estate si verifica tra il giorno e la notte.

L’umidità della sera fa addensare l’albume, mentre il calore del suolo (o del davanzale), che risale verso l’alto attraverso l’acqua, trascina con sé la sostanza gelatinosa verso la superficie, creando i filamenti che vengono interpretati come vele.

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