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BUONO A SAPERSI 08 MARZO 2022

Cos'è la stagflazione e come incide sui nostri risparmi

Le Borse continuano a crollare e i mercati sono instabili. Si è tornati a parlare di stagflazione, ma non tutti sanno cosa s’intende con questa parola. La guerra in Ucraina, con la conseguente mancanza di elementi come gas, petrolio, grano fino ai fertilizzanti, sta facendo aumentare i prezzi di questi prodotto con impatti sull’intero sistema economico europeo. Se Usa e Unione Europea chiuderanno le importazioni di petrolio e gas dalla Russia, la stretta potrebbe farsi sentire ancora di più. Se già in molti stanno correndo ai ripari trovando soluzioni per difendere i propri risparmi, dall’altra è utile capire cosa s’intende con il termine stagflazione e quanto può incidere sulle nostre risorse economiche.

Cos’è la stagflazione

Lo spettro della stagflazione è stato nominato qualche mese fa da Nouriel Roubini, che aveva già previsto la crisi finanziaria del 2007-2009. Il termine stagflazione è stato coniato a metà degli anni Sessanta dal cancelliere dello scacchiere Iain Macleod per descrivere la situazione di stagnazione economica e alta inflazione che caratterizzava l’economia inglese. La parola divenne popolare negli anni ’70 quando i principali paesi occidentali si trovarono in una condizione fino allora inedita di bassa crescita e alta inflazione. Le cause della stagflazione possono essere: vincoli o shock all’offerta, quali un aumento del prezzo dell’energia, che fanno salire l’inflazione e rendono meno profittevoli numerose produzioni; politiche monetarie e fiscali eccessivamente espansive che aumentano la domanda e facilitano la crescita dei prezzi. Attualmente sono presenti entrambe l condizioni, per questo motivo molti esperti ritengono probabile il verificarsi della stagflazione.

Come incide sui risparmi

In uno scenario di stagflazione, la società francese di investimenti Carmignac ha stimato che la guerra in Ucraina potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita economica europea tra lo 0,5% e il 2%. La penuria di materie prime disponibili potrebbe determinare forti scompensi nella catena degli approvvigionamenti, con gravi ripercussioni sulla crescita e un concomitante effetto di aumento dei prezzi. Ciò si tradurrebbe in una perdita del potere d’acquisto delle famiglie che non potrebbero più sostenere, con i loro risparmi, la crescita dei prezzi. È probabile che non assisteremo a una forte e duratura stagflazione, ma resta il rischio che l’economia mondiale rallenti e che una moderata inflazione duri più a lungo di quanto è stato messo in conto. Attualmente in Italia non c’è il rischio di stagflazione perché la crescita dovrebbe essere sostenuta dai fondi della Next EU Generation.

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