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CURIOSITÀ 07 FEBBRAIO 2023

Così ci metteremo in contatto con mondi extraterrestri? Il piano

È una delle grandi domande dell’umanità: siamo soli nell’universo? L’idea di metterci in contatto con mondi extraterrestri si fa sempre più concreta mano a mano che scienza e tecnologia sviluppano le loro conoscenze.

Le teorie sull’esistenza di vita al di fuori del nostro pianeta sono numerose, alcune anche fantasiose. Basti pensare a ciò che pochi anni fa affermò un gruppo di ricerca internazionale, secondo cui gli alieni ci osservano come fossimo animali in uno zoo, studiandoci come in un intergalattico Grande Fratello (ne avevamo parlato qui). Nel 2020 fu la volta, invece, dell’ex direttore spaziale israeliano, il quale affermò con certezza che gli alieni esistono.

Questi sono solo due esempi, oltretutto piuttosto accreditati per via dell’autorevolezza delle fonti. A questi si aggiungono avvistamenti UFO e teorie, spesso strampalate, di gente comune sparsa per il mondo. Ma è ancora la scienza a dare indicazioni importanti su quello che potrebbe essere il prossimo futuro e sulla possibilità di metterci in contatto con gli extraterrestri.

Un’intelligenza artificiale sarà la prima a scoprire la vita aliena?

E se non fosse l’uomo, ma una creazione dell’essere umano, a scoprire la vita aliena? A quanto pare questa ipotesi non è affatto remota.

La ricerca di vita extraterrestre continua con i metodi “classici” fin qui utilizzati, passando -ad esempio- attraverso la scoperta di pianeti al di fuori del sistema solare ritenuti “abitabili”. Il programma di ricerca di intelligenze extraterrestri SETI, però, sta sempre di più affiancando alle sue ricerche algoritmi di apprendimento automatico in grado di filtrare le interferenze terrestri e individuare i segnali che potrebbero sfuggire agli esseri umani.

Il programma SETI, da quasi 60 anni ormai, si occupa di cercare vita extraterrestre intelligente. Le sue attività principali infatti sono quella di rilevamento e di trasmissione. La prima serve per intercettare eventuali messaggi provenienti dallo spazio profondo, la seconda riguarda il tentativo di comunicare con loro.

Per tanti anni il problema della lettura dei dati non è esistito. Fino a pochi anni fa l’osservazione e l’ascolto del cosmo è stato limitato dai mezzi e dai pochi dati a disposizione. La svolta è arrivata nel 2015, quando il miliardario Yuri Milner ha finanziato il più grande programma SETI di sempre, denominato “Breakthrough Listen”. Il suo compito è quello di cercare segni di vita intelligente in un milione di stelle. Da quel momento il numero di dati raccolti divenne immenso. Ma non è finita qui: a pochi anni di distanza la scienza è pronta a fare un nuovo salto generazionale.

La ricerca sull’intelligenza extraterrestre

Un grande sostegno per scovare la vita extraterrestre arriva ora dell’intelligenza artificiale e del suo “apprendimento automatico”. Uno strumento fondamentale per districarsi tra milioni di dati in pochissimo tempo, imparando a riconoscere ogni tipologia di segnale captato.

L’apprendimento automatico è anche utile per raccogliere quei segnali extraterrestri che potrebbero essere sfuggiti ai metodi precedenti di ricerca. A tal proposito, Peter Ma, matematico e fisico dell’Università di Toronto, ritiene che gli algoritmi di apprendimento automatico potrebbero anche essere utilizzati sui vecchi dati SETI, per cercare segnali che in precedenza potrebbero essere stati trascurati.

In attesa che le intelligenze artificiali possano sostituire l’uomo nell’esplorazione fisica dell’universo, possono fin da ora dare il loro prezioso contributo qui sulla Terra.

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