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BUONO A SAPERSI 11 DICEMBRE 2020

Covid, casi di reazioni allergiche al vaccino Pfizer: chi non può farlo

La MHRA, l’Agenzia inglese regolatrice di farmaci, ha informato che il vaccino Pfeizer non verrà più iniettato ad alcune tipologie di pazienti.La decisione è stata presa in seguito ad eventi avversi riscontrati in alcuni operatori sanitari, in particolare alcune reazioni allergiche. Da qui la decisione di non sottoporre al vaccino nessun paziente con una storia clinica di reazioni allergiche gravi a vaccini, farmaci o cibo. In più, chi ha riscontrato reazioni allergiche dopo la prima dose, non riceverà la seconda. Inoltre, dopo la somministrazione del vaccino il paziente deve essere monitorato per 15 miuti dopo l’iniezione. In ogni caso, se si riscontrano reazioni allergiche è previsto un protocollo anti anafilassi, un trattamento immediato che prevede un’iniezione intramuscolare di adrenalina. Per questo motivo i professionisti presenti nei centri vaccinali sono qualificati per riconoscere e curare le reazioni anafilattiche. Nel comunicato dell’MHRA la direttrice generale June Raine, ribadisce la sicurezza e l’efficacia del vaccino. “L’anafilassi è un effetto collaterale noto di tutti i vaccini, nonostante sia molto raro. La maggior parte delle persone non lo sperimenta, e i benefici che derivano dal proteggere le persone dal coronavirus superano i rischi, Potete avere la sicurezza che questo vaccino è stato sottoposto ai rigidi controlli della MHRA, rientrando negli standard di sicurezza, qualità ed efficacia” ha sottolineato. “Abbiamo messo in campo una robusta strategia di monitoraggio sulla sicurezza del vaccino anti Covid. Il fatto che questi eventi avversi siano stati subito sottoposti ai controlli lo dimostra. Il personale sanitario è invitato a segnalare qualsiasi effetto collaterale nel modulo che forniamo e che serve a costruire un database sull’uso del vaccino” ha infine agginte June Raine.

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