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CURIOSITÀ 10 MARZO 2022

Default Russia: cosa significa e le conseguenze per l'Italia

Le sanzioni contro la Russia stanno colpendo molto pesantemente l’economia del Paese. Si parla già di default, che comporterebbe un grande danno d’immagine per la nazione agli occhi dei mercati globali e un grande colpo all’economia mondiale. Ma quali ripercussioni avrà il default sull’economia italiana?

Le cause del default russo

Si parla di default quando un’impresa o un Paese non riesce più a onorare i suoi debiti. Questa dichiarazione porterebbe a negoziati finalizzati alla ristrutturazione del debito e a politiche mirate al risollevamento del bilancio e all’austerità fiscale. Oltre al danno economico, dichiarare il default comporterebbe un enorme danno di immagine pubblica agli occhi dei mercati di tutto il mondo. Ma quali sono le vere cause del debito russo?

Contrariamente a quanto detto da Putin il debito russo non deriverebbe dalle sanzioni per la guerra in Ucraina, ma bensì dal congelamento di 640 miliardi di dollari di riserve internazionali in valuta estera, chiuse nella Banca centrale russa. Per rispondere alle sanzioni, Putin ha emesso un decreto che stabilisce che i risarcimenti ai debitori internazionali potranno essere saldati in rubli (valuta fortemente svalutata) anziché con la valuta con cui è stato stipulato il contratto. La prova del nove per vedere se la Russia dichiarerà default o meno, sarà il 16 marzo 2022, data in cui dovrà restituire 107 milioni di dollari su due obbligazioni. Inoltre, si attendono 359 milioni di dollari per fine marzo e 2 miliardi di dollari entro il 4 aprile. Tenuto conto di un periodo di tolleranza per la riscossione dei dovuti, entro il 15 aprile 2022, si capirà se ci sarà o meno insolvenza da parte della Russia.

Di certo, l’Italia e l’Europa inserite, insieme ad altre nazioni, nella lista dei paesi ostili per Mosca, subiranno delle ripercussioni economiche per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e il pagamento dei crediti in rubli. Un grande problema per i creditori internazionali perché non saprebbero, poi, cambiare quanto ricevuto in altra valuta (visto che il rublo perde valore giorno dopo giorno).

Il problema non tocca tanto l’emissione dei bond statali, quanto quelli societari, molto più diffusi, anche tra gli investimenti dei piccoli risparmiatori italiani. Non è chiaro quindi, quali possano essere le ripercussioni sulla Borsa, di una possibile insolvenza da parte di Mosca. Bisognerebbe capire, come le grandi società russe sceglieranno di pagare il loro debito, se nelle valute di denominazione o in rubli.

Sta di fatto che in caso di insolvenza da parte della Russia, i paesi occidentali non sarebbero disposti ad aiutarla in una eventuale ristrutturazione del debito e di conseguenza la Putin non appare propenso a trattare o a collaborare con Paesi esteri.

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