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CURIOSITÀ 09 MARZO 2023

Dipendenza affettiva: cos'è la patologia di cui Bianca Balti ha confessato di soffrire

Bianca Balti, ospite a Belve, si è raccontata parlando di un momento molto delicato del suo passato. Ha confessato di aver sofferto di una dipendenza conosciuta come “dipendenza affettiva”.

Dipendenza affettiva: la patologia che ha colpito Bianca Balti

La dipendenza affettiva è una patologia relazionale, dove l’amore diventa l’oggetto di un desiderio morboso o di un’ossessione. La patologia si manifesta tra due persone che hanno un rapporto molto intimo, dove si ricerca bramosamente una relazione affettiva. La dipendenza affettiva genera un distorto senso di benessere e gratificazione.

Ma al contempo incrementa il bisogno di legame nei confronti del partner a cui si è legati.

Chi soffre di questo disturbo mette da parte i propri obiettivi, ha sempre il terrore di poter perdere la persona da cui dipende e non si sente mai amato. La dipendenza affettiva tende a peggiorare, fino a far perdere la libertà di chi ne soffre.

Per risolvere questa problematica bisogna innanzitutto riconoscere la propria dipendenza affettiva, capire le conseguenze che ha portato e voler intraprendere un percorso di cambiamento.

Nella maggior parte dei casi, l’approccio alla dipendenza affettiva comporta il porre fine al rapporto disfunzionale e cominciare a gestire l’astinenza. Ma perché ricadiamo sempre negli stessi errori nelle relazioni?

Bianca Balti, come ha affrontato la dipendenza affettiva

Bianca Balti ha poi capito che era il suo modo di porsi nei confronti dell’amore a portarla ad avere delle relazioni tossiche. “Da essere una ragazzina che non riesce a dire di no alle richieste sessuali sono diventata una donna che non ha saputo dire di no all’amore. Se un uomo mi amava, pensavo: che figo! Voglio tantissimo essere amata. Ma magari io quella persona non l’avrei scelta”.

Il passo più importante per lei è stato quello di parlarne con le proprie amiche, facendosi aiutare. “Il primo passo per uscire da una relazione tossica è stato dirlo ad alta voce. Prima a mia figlia Matilde (15 anni, ndr), poi alle mie follower sui social. Ho raccontato e spiegato anche la scelta di fare congelare gli ovociti, un gesto simbolico. Non lo so se lo farò questo figlio, se incontrerò un uomo che mi farà venire voglia di farlo, se vorrò farlo da sola. Chi è in una relazione tossica e non la interrompe perché desidera diventare genitore è vittima di un ulteriore ricatto, quello per cui la maternità dipende dalla relazione”.

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