Esiste un museo di pupazzi per ventriloqui. Ed è inquietante

Se anche voi sobbalzate ancora sulla sedia quando rivedete la scena del burattino di “Profondo Rosso” di Dario Argento, sappiate che negli Stati Uniti esiste un posto che può far diventare i vostri incubi realtà: si tratta del Vent Haven Museum di Fort Mitchell, in Kentucky, l’unica raccolta esistente al mondo di pupazzi per ventriloqui. Ad iniziare questa bizzarra collezione nel 1910 fu William Shakespeare Berger (già il suo nome era tutto un programma), un uomo d’affari originario di Cincinnati, che si appassionò alla ventriloquia dopo aver assistito allo spettacolo di Harry “The Great” Lester, durante un viaggio d’affari a New York. Folgorato dall’esibizione newyorkese, Berger decise di acquistare immediatamente il suo primo pupazzo, costruito da Louis Grannat e chiamato Tommy Baloney. Iniziò ad esercitarsi ad emettere suoni senza muovere la bocca, ma non riuscendo a diventare un professionista del settore, William si dedicò ad altro ed accantonò il suo Tommy per un lungo periodo, per sfoderarlo di nuovo solo nel 1930 ed esibirsi con esso ad una festa natalizia organizzata nella sua fabbrica. Sentendo rinascere la passione, Berger cominciò a collezionare tutti i manichini da ventriloquo possibili e immaginabili, fino ad arrivare a più di 500 pezzi nel 1972, anno in cui morì. Il Museo da lui creato per custodirli, che è diventato un’organizzazione no profit, ne contiene ad oggi oltre 900, usati nell’arco di ben tre secoli. Il Vent Haven Museum, attualmente diretto da Annie Roberts, è aperto al pubblico dal 1973 e organizza anche una convention annuale di ventriloqui che, per il 2019, si terrà dal 18 al 21 luglio all’Holiday Inn dell’aeroporto di Cincinnati.