La strategia italiana di smarcamento dalla Russia per l’approvvigionamento del gas è cominciata da circa due mesi, in coincidenza con l’invasione dell’Ucraina: il governo – tramite i viaggi di Mario Draghi, dei ministri Di Maio e Cingolani e dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi – ha già stretto accordi con diversi Paesi come il Qatar, l’Azerbaijan, il Congo, l’Angola, l’Algeria e l’Egitto. La diversificazione delle fonti nel tentativo di sterilizzare l’arma di pressione più importante del Cremlino si scontra però con altri due nodi.