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SPETTACOLI E VIP 29 OTTOBRE 2021

Gigi Proietti, attore immenso e grande uomo

All’anagrafe il suo vero nome era Luigi, ma per tutti è stato e sempre sarà Giggi (“con due g”). Attore teatrale, comico, regista e scrittore, un mattatore e un trasformista dalle origini modeste che è entrato nelle case e nel cuore dei cittadini di Roma, diventando il simbolo della città e di un Paese intero.

Un grande maestro dal cuore d’oro che ha sempre preservato la sua umiltà. A guidarlo non è l’ambizione, ma la vocazione d’artista che lo porta a calcare i palcoscenici di tutta Italia tra risate, applausi e standing ovation.

“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ridere mi insospettisce”

Gigi Proietti è un trasformista, proprio come il suo Mandrake. Si divide tra il teatro e il cabaret, tra doppiaggi, film e conduzione di programmi televisivi. È anche l’orgoglioso direttore del Globe Theatre di Roma. È il mito e la leggenda della città eterna.

”Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere”

Dietro le quinte di quel palco che brilla ogni volta che lui sale, c’è una vita privata fatta di amore, autenticità e riservatezza. Al fianco dell’artista immenso e del grande uomo c’è sempre stata lei, Sagitta Alter. Una favola contemporanea, la loro, spezzata dall’ultimo respiro di lui.

Gigi Proietti muore il 2 novembre del 2020, lo stesso giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni. Non uno scherzo del destino, ma un’uscita di scena degna di un maestro immenso quale è stato lui.

Se ne è andato tra le lacrime e la commozione di tutti, ma non l’ha fatto realmente. Perché lui è e sempre resterà nei suoi film, nelle barzellette iconiche, in quelle frasi diventate il simbolo di una romanità acquisita tra gli scantinati di via Veneto e le case popolari del Tufello. Lì dove è cresciuto. Lì dove si è formato il mito immortale..

Resterà in quella Febbre da Cavallo, nella voce del Genio di Aladdin, e nella letteratura, con la sua autobiografia, Tutto sommato qualcosa mi ricordo e in quella raccolta di racconti Decamerino. Novelle dietro le quinte.

Un po’ come il crollo di una parte del Colosseo, così è stato il suo addio. Sì perché Gigi Proietti, amatissimo da nord a sud, e divenuto il simbolo di Roma, è diventato l’incarnazione di un teatro autentico, spontaneo e genuino. Unico, così come lo era lui.

”Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere”

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