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CURIOSITÀ 19 MARZO 2022

Guerra in Ucraina, come la tecnologia può aiutare i rifugiati

La guerra in Ucraina ha creato un’emergenza di tipo umanitario e sanitario: sono più di 3 milioni i rifugiati che hanno abbandonato il Paese e il numero è destinato a crescere. La maggior parte di queste persone ha raggiunto la più vicina Polonia e proprio qui, un ragazzo di 24 anni ha capito che la tecnologia poteva essere messa al servizio dell’emergenza e risolvere, almeno in parte, alcuni problemi.

Intervistato da Wired, il ricercatore informatico Witold Wydmansky ha spiegato come ha sviluppato in soli due giorni una piattaforma per connettere i profughi con i dottori presenti sul territorio. Perché il conflitto ha di fatto costretto molti malati a interrompere le loro cure.

Emergenza Ucraina, la tecnologia che aiuta i rifugiati

Figlio di un oncologo, Witold ha deciso di fare “quello che so fare meglio”, ispirato dal lavoro del padre che aveva notato come molti pazienti avevano appunto interrotto i trattamenti a causa della guerra. La piattaforma di Witold, sviluppata con Python, collega di fatto il sistema sanitario polacco con i cittadini anche extra-europei, attraverso i centodieci medici che si sono resi disponibili sulla piattaforma, a cui si aggiungono circa dodici interpreti che aiutano con le traduzioni. Il progetto, in fase di crescita, ha l’obiettivo di allargarsi anche a medici stranieri che vorranno prestare il loro aiuto per far fronte all’emergenza sanitaria.

Sono tante le specialità che il progetto di Witold riesce a coprire: “Dalla gastroenterologia alla diabetologia, dalla chirurgia pediatrica alla psichiatria, perché chi passa il confine viene smistato nelle città e ha bisogno di supporto anche dal punto di vista psicologico”, ha spiegato il giovane.

Guerra in Ucraina e soccorsi: Le iniziative “tecnologiche” anche dall’Italia

Proprio perché la tecnologia non ha confini, anche dall’Italia è partita un’iniziativa dal Club Tesla Owners, di cui fanno parte i proprietari delle blasonate auto elettriche dell’azienda di Elon Musk. La carovana di sette auto cariche di aiuti ha deciso di raggiungere il confine per portare cibo e medicinali a chi ne ha bisogno. Il presidente Luca Del Bo ha raccontato di aver preso accordi con il rettore del seminario di Leopoli per rendere il progetto fattibile.

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