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NOTIZIE 06 MARZO 2022

Guerra in Ucraina: le figlie degli oligarchi russi che si schierano contro i padri

Aumenta il numero di russi che si oppongono alla guerra contro l’Ucraina. Tra questi ci sono anche varie giovani, figlie degli oligarchi che si sono arricchiti grazie alla vicinanza con il presidente della Russia Vladimir Putin. Da Sofia Abramovic, figlia di Roman, patron del Chelsea, a Elisaveta Peskov, discendente di Dmitrij, portavoce del capo del Cremlino, si susseguono i messaggi contrari a quanto sta accadendo per conto delle milizie russe. Mentre si diffondono informazioni su chi sono i sabotatori di Putin, sui social si esprime dissenso nei confronti delle decisioni del presidente della Russia.

Chi sono le figlie degli oligarchi russi che dicono no alla guerra

Tra le prime a far sentire la sua voce c’è stata proprio Sofia Abramovich, figlia del noto proprietario del Chelsea, che ai suoi 50 mila follower ha detto che “la bugia più grande e di maggior successo della propaganda del Cremlino è che la maggior parte dei russi è con Putin”. Nella schera dei no al conflitto c’è anche Maria Yumasheva, figlia del consigliere governativo Valentin Yumashev, uno dei più fidati consiglieri del presidente russo. A soli 19 anni Maria Yumasheva ha pubblicato un’immagine chiara sui social: la bandiera ucraina con la scritta: “Basta guerra”. Elizaveta Peskova, 24 anni, è la figlia del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il suo post è sparito improvvisamente, ma molti sono comunque riusciti a vedere il suo “No alla guerra”. C’è poi Ksenia Sobchak, imparentata con l’ex sindaco di San Pietroburgo e con un senatore russo. La donna è scappata in Turchia con suo figlio, ha ammesso di essere spaventata e ha rivolto un appello a Putin perché fermi la guerra.

Non si sa ancora quanto queste cosiddette “rich girl” da migliaia di follower, riescano a influenzare i genitori e le decisioni del governo russo. Ha fatto notizia l’intenzione di Roman Abramovich di vendere il Chelsea per devolvere il ricavato a favore dei profughi ucraini. A lui potrebbero unirsi altri oligarchi che prendono le distanze da quanto sta accadendo in Europa orientale. Intanto le voci delle giovani figlie degli oligarchi sono significative perché esprimono il clima di tensione nel Paese e di chi si oppone al conflitto.

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