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BUONO A SAPERSI 04 MARZO 2023

Hikikomori: sempre più adolescenti a rischio

Sempre più adolescenti in Italia stanno sviluppando delle forme di Hikikomori, sindrome giapponese nota fin dagli anni ’80. Questa patologia è stata accertata per la prima volta nella terra del Sol Levante. Lentamente, poi, è stata riscontrata anche negli Stati Uniti e in Europa.

Cosa vuol dire Hikikomori e quali sono i suoi sintomi

Il termine Hikikomori (引き籠もり) letteralmente significa “stare in disparte”, “isolarsi”. Una persona che manifesta l’Hikikomori scappa letteralmente da ogni forma sociale. Di conseguenza, col tempo, queste persone perdono i contatti con gli amici e addirittura coi familiari concentrando la loro intera esistenza nella propria casa. Per la prima volta questa patologia è stata formalizzata in Giappone a metà degli anni ’80. Negli anni 2000, poi, questa condizione è stata riscontrata anche negli Stati Uniti e in seguito in Europa.

L’Hikikomori, nei casi più estremi, porta con sé anche alcune patologie psicologiche come depressione, letargia, comportamenti ossessivo-compulsivi e manie di persecuzione. Spesso il ritmo circadiano di una persona affetta da Hikikomori è del tutto invertito. Nonostante la persona affetta da Hikikomori rifiuti categoricamente ogni forma di rapporto sociale, è molto attivo su chat e videogiochi.

Le cause che possono causare Hikikomori

Generalmente, alla base di questo disturbo, c’è un disagio sociale adattivo. Molto spesso sono giovani che manifestano una forte ansia sociale, che faticano a entrare in contatto con i coetanei e con la società.

La dipendenza da internet, al contrario di quanto si possa pensare, non è una causa, bensì una possibile conseguenza. A questo proposito, TikToK ha deciso di introdurre una limitazione oraria ai suoi contenuti per i minorenni al fine di aiutare i giovani a gestire meglio il tempo sulla sua piattaforma.

Più volte la piattaforma è diventata teatro di challenge vessatorie (come la boiler Summer cup).

Chi sono gli Hikikomori in Italia

Questo fenomeno è esploso anche in Italia complici anche le quarantene dovute al Covid-19. Secondo lo studio condotto da Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’istituto fisiologia clinica del Cnr di Pisa, in Italia sono circa 54mila gli studenti che si identificano in una situazione di ritiro sociale.

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