Scaldare il cibo con il microonde incrementa il rischio di cancro? In realtà non vi è alcuna dimostrazione che l’uso del forno a microonde aumenti il rischio di cancro e neppure che il cibo scaldato con questo elettrodomestico possa essere meno nutritivo o proteico rispetto ai metodi di cottura tradizionali. I forni a microonde scaldano gli alimenti grazie all’azione di radiazioni a radiofrequenza, dotate quindi di una bassa quantità di energia: sono invece quelle ad alta quantità di energia le responsabili di possibili alterazioni della struttura subatomica del DNA e quindi del cancro. Questo prova inoltre che il cibo in questo caso non diventa pericoloso, proprio perchè non sottoposto a radiazioni ionizzanti e anzi questo metodo di cottura sarebbe da preferire. L’unico rischio è legato ad un’eventuale cattiva conservazione degli alimenti: le temperature qui utilizzate, minori rispetto ai metodi di cottura classici, non sono in grado infatti di eliminare del tutto eventuali batteri o tossine presenti in essi. Inoltre, bisogna ricordare che quando si cucina il cibo nel microonde la cottura parte dal centro per poi espandersi a raggiera, cuocendo così prima la parte interna, più ricca di acqua e grassi, mentre solitamente avviene esattamente il contrario, ossia dall’esterno per poi arrivare all’interno, come ad esempio tramite irraggiamento o conduzione. Il forno a microonde venne brevettato nel 1946 e il primo esemplare disponibile sul mercato arrivò appena l’anno successivo.