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BUONO A SAPERSI 06 APRILE 2022

Il caffè più buono che ci sia, il trucco che non ti aspetti

Il caffè è una delle bevande più popolari e consumate al mondo. Se per noi italiani spesso l’unica forma di caffè accettabile è rappresentata dall’espresso “come lo fanno al bar” o dalla Moka a casa, nel resto del mondo è probabilmente il caffè lungo “all’americana” ad essere il più popolare.

A livello economico parliamo di un business di primissima fascia, con un giro di affari di circa 23 miliardi di euro – in molte città italiane si riscontra in questo periodo un significativo caro caffè – tra coltivatori e aziende di distribuzione.

Esistono innumerevoli qualità di caffè, ormai provenienti da ogni angolo del mondo, ma cosa ne determina le differenze nel gusto?

Caffè, il segreto della qualità è nella natura

Secondo una recente ricerca scientifica, un gran numero degli elementi caratteristici delle varie qualità di caffè (gusto, odore, grandezza, forma e consistenza del chicco) dipenderebbero da quello che i ricercatori hanno descritto come “il lavoro della natura”.

Il team di ricerca è infatti giunto alla conclusione che il caffè diventi più o meno buono anche e soprattutto in base all’azione svolta da api e uccelli. Lo studio ha infatti evidenziato come i chicchi di caffè siano di dimensioni superiori quando questi animali si uniscono per proteggere e impollinare le piante.

La ricerca si basa su 30 esperimenti, realizzati in altrettante coltivazioni, situate tra Sud America e Stati Uniti, l’esito dei quali evidenzia come fino ad oggi sia stato notevolmente sottovalutata l’importanza del “lavoro della natura” nel processo di coltivazione di questa pianta.

I ricercatori hanno testato quattro scenari differenti, in modo tale da poter valutare le differenze nella crescita e maturazione dei chicchi.

Questi i 4 scenari ambientali:

  • Presenza di api e uccelli
  • Presenza di api ma senza uccelli
  • Presenza di uccelli ma senza api
  • Ambienti privi di api e uccelli

Il test ha evidenziato gli inequivocabili vantaggi dell’attività di api uccelli, soprattutto in termini di contrasto dell’azione dei parassiti. Significativi anche gli effetti combinati sull’allegagione, ovvero la prima fase dello sviluppo dei frutti, che si verifica subito dopo la fioritura.

L’esperimento dimostra come questa azione combinata apporti benefici sul peso e sull’uniformità dei frutti, elementi fondamentali sia livello di qualità che di prezzo del prodotto.

Secondo quanto emerso, senza uccelli e api la resa media dei campi di coltivazione di caffè sarebbe inferiore di quasi il 25%.

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