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SALUTE 19 GIUGNO 2020

Iperidrosi, quando sudare diventa una malattia

Sappiamo bene quanto per il nostro corpo sia importante il sudore: mantiene costante la temperatura interna e ci aiuta ad espellere le tossine. Sudare in maniera eccessiva, però, è fastidioso e imbarazzante.

La sovrapproduzione di sudore viene chiamata “Iperidrosi”: in condizioni normali, il nostro corpo perde circa mezzo litro d’acqua al giorno con la cosiddetta “perspiratio insensibilis”, ma ci sono momenti della vita, come la pubertà e la menopausa, o altre condizioni particolari che possono causare un eccessivo lavoro delle ghiandole sudoripare, facendoci sudare copiosamente. Gli stati ansiosi e l’assunzione di sostanze come la caffeina o la nicotina possono concorrere nel peggiorare il quadro generale.

Il sudore secreto a causa di stress e ansia, viene prodotto dalle ghiandole eccrine e non è maleodorante, ma lo può diventare se si mescola con le secrezioni delle ghiandole sebacee o di quelle apocrine. Si concentra soprattutto sotto le ascelle, sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Quando fa molto caldo o dopo uno sforzo fisico intenso, invece, la sudorazione si localizza su collo, fronte, torace e schiena: il particolare “cocktail” che si viene a creare tra le secrezioni di ghiandole diverse produce gli effluvi sgradevoli e pungenti che possono causare imbarazzo e difficoltà nella socializzazione.

Le apocrine risentono dell’azione di ormoni come l’adrenalina e dell’impatto psicologico causato dalle forti emozioni e il sudore che secernono è particolarmente soggetto all’attacco della flora batterica, responsabile dello sviluppo del cattivo odore: il problema si può neutralizzare utilizzando deodoranti o ricorrendo all’impiego di acido tannico e ionoforesi, in grado di inibire temporaneamente l’azione secretoria delle ghiandole.

I prodotti antimicrobici impediscono ai batteri di colonizzare le secrezioni cutanee, ma la loro azione a lunga durata può compromettere il naturale equilibrio della pelle, mentre quelli batteriostatici limitano lo sviluppo dei microorganismi, rispettando maggiormente la fisiologia cutanea. Meno aggressivi, i deodoranti che mascherano o assorbono semplicemente gli odori, gli antitraspiranti e i preparati contenenti composti enzimatici. Tra le sostanze naturali, si può ricorrere a limone, lavanda, salvia o timo.

Se l’iperidrosi risulta impossibile da controllare, il dermatologo e il chirurgo potranno intervenire con iniezioni di tossina botulinica direttamente nelle aeree dove la sudorazione è eccessiva: il trattamento farmacologico non è indolore, ma risulta efficace dopo circa una settimana e blocca la trasmissione degli impulsi nervosi alle ghiandole sudoripare, riducendo le secrezioni per quattro o cinque mesi, senza particolari effetti collaterali.

Più drastica, la “simpaticotomia” riduce in modo permanente la sudorazione: si effettua in day-hospital, con un’anestesia generale e comporta delle incisioni in endoscopia, ma può avere complicanze come la sudorazione compensatoria o, in casi rari, la sindrome di Horner. Si possono anche asportare le ghiandole sudoripare ascellari con un intervento ambulatoriale in anestesia locale, che però lascerà inevitabilmente delle cicatrici.

A cura di Federico Mereta, giornalista scientifico

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