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SALUTE 24 NOVEMBRE 2020

Ipocondria, da dove arriva e gli errori da non fare

Avete sempre paura di ammalarvi? Ad ogni sintomo (vero o presunto che sia) immaginate d’aver contratto una patologia mortale? Nessun dubbio, siete affetti da ipocondria.

Il termine “ipocondria” deriva dal greco e significa “sotto la cartilagine del torace”, in riferimento ad un malessere noto già in epoca antica e che si riteneva localizzato nella fascia addominale; solo successivamente si comprese che le cause erano da ricercarsi, invece, nella psiche. L’ipocondria, infatti, è una malattia psichica che spinge le persone a dubitare continuamente della propria salute.

Secondo la Scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitiva, un paziente è definito ipocondriaco quando continua a male interpretare alcune sensazioni corporee, nonostante abbia ricevuto rassicurazioni mediche pertinenti, valide e ben fondate, e nonostante abbia le capacità intellettive per comprendere le informazioni ricevute. Non esistono regole certe, pare però che questa condizione si sviluppi nella prima infanzia, quando il bambino assorbe i comportamenti dell’adulto di riferimento interpretandoli in modo dannoso per la propria psiche.

Spesso, la figura d’attaccamento rispecchia in modo sistemato un’immagine di debolezza, anche con atteggiamenti iperprotettivi. Ma, a detta della psicologia moderna, proteggere ai limiti dell’ossessivo il bambino può far nascere in lui la sensazione d’essere costantemente in pericolo, ed è probabile che anche da adulto continuerà a sentirsi così. L’ipocondria, va detto, purtroppo è una spirale da cui il più delle volte non si riesce ad uscire da soli. Motivo per il quale è consigliabile rivolgersi ad uno specialista.

Fonti di riferimento: Scuole di specializzazione in Psicoterapia Cognitiva / Elementi di psicoterapia cognitiva

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