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EMOZIONI 03 GIUGNO 2021

Kathrine Switzer, la donna che ha osato correre in mezzo agli uomini

Così Kathy ha cambiato il mondo: con un paio di orecchini scintillanti e un rossetto, scendendo in strada e correndo insieme agli altri, perché lei lo sapeva che non esistono cose per soli uomini.

Appassionata di corsa da sempre, Kathrine Switzer correva e si allenava con i maschi, ma a lei non era concesso iscriversi a nessuna gara. Aveva un sogno nel cassetto grande quanto la sua forza e il suo coraggio, quello di gareggiare nella maratona di Boston.

Ma i suoi erano gli anni in cui la visione della donna era legata allo stereotipo del sesso debole. “Le signore sono troppo deboli e poco resistenti per gareggiare a un evento sportivo”, affermava la società patriarcale, “Io correrò”, pensava invece Kathy.

E lo ha fatto, eludendo la giuria con uno stratagemma che le ha permesso di partecipare alla maratona. Così Kathrine Switzer è diventata la prima maratoneta del mondo.

Era il 1967 e, in strada, scendeva K.V. Switzer con tanto di orecchini e rossetto per dimostrare che la femminilità non aveva nulla a che vedere con le reali capacità di una donna. A lei fu affidato il 261, un numero che negli anni è diventato il simbolo per le donne e per lemancipazione.

Il giorno della maratona però, il direttore Jock Semple si accorse di quell’inganno e scese subito in strada per fermare la ribelle Kathy. Le foto dell’epoca lo ritraggono mentre prova a strappare la pettorina della donna, senza successo.

Sapevo che se avessi smesso, nessuno avrebbe mai creduto che le donne avevano la capacità di correre per oltre 26 miglia”, ha dichiarato Kathy in seguito.

Lo scatto di quel momento fece il giro del mondo: Kathrine non si liberò solo dalla morsa di Jock Semple, ma da quella del maschilismo, del pregiudizio e degli stereotipi. Continuò a correre fino a terminare il giro in quattro ore e venti minuti.

La Maradona di Boston era stata completata e con lei, un grande passo avanti per cambiare la società, era stato fatto. Nel 1972, infatti, il regolamento della maratona di Boston fu modificato: le donne potevano finalmente competere.

Kathrine Switzer ha continuato a correre, ieri e oggi, indossando orgogliosamente il numero 261, lo stesso che aveva portato con coraggio e dignità anni prima.

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