Quasi 70 anni, astronauta e oceanografa, una donna decisamente degna di nota, la prima ad aver messo piede nello spazio: Kathy Sullivan ha deciso di sfidare anche gli abissi, scendendo a 10914 metri nella Challenger Deep, all’interno della fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo e localizzata nella zona nord-ovest del Pacifico.
La Sullivan ha trascorso un’ora e mezza sul fondale, a sud ovest di Guam. Una giornata straordinaria e indimenticabile per la dottoressa che ha potuto ammirare da vicino il paesaggio lunare della fossa oceanica e confrontarlo, cosa non da tutti, con quello già visto nello spazio.
Una carriera eccezionale. Nel 1978 la donna è entrata a far parte della Nasa, col primo gruppo di astronauti comprendente anche individui di sesso femminile; e l’11 ottobre 1984, a bordo dello shuttle Challenger, è stata proprio lei la prima americana a passeggiare nello spazio.
È poi diventata amministratore del National Oceanic and Atmospheric Administration, il sistema oceanografico statunitense. Ma in realtà il mondo degli abissi l’ha da sempre affascinata, al punto da aver preso parte, prima di diventare astronauta, al tentativo principe di utilizzare un sommergibile per studiare i processi vulcani sotterranei.
Il Challenger Deep, nuova conquista di Kathy, porta il nome della nave britannica che ha scoperto le sue profondità, fra il 1872 e il 1876; da allora molte spedizioni hanno cercato di misurare la corretta estensione della fossa e le sue caratteristiche fisiche; ed oggi, anche grazie alla Sullivan, alcune di quelle domande possono finalmente avere risposta.