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VIAGGI 12 APRILE 2018

La storia della costola di drago appesa nella chiesetta del bergamasco

In due chiesette di Paladina, S.Giorgio ad Almeno ed il Santuario di Sombreno, sono conservate le costole di quello che si crede essere stato un drago leggendario del bergamasco, Tarantasio. Si pensava che il drago fosse la reincarnazione di Ezzelino da Romano, genero di Federico III, scomunicato da papa Innocenzo IV per via della sua ferocia. Leggenda narra che durante il Medioevo questo drago infestasse con il suo fiato pestilenziale l’aria circostante il lago Gerundo. La zona effettivamente aveva un’aria insalubre, per via delle acque paludose del lago che spesso causavano febbri malariche negli abitanti. Dato che Tarantasio riempiva di terrore i paesani, si decise di eliminarlo. Il racconto riguardo la sua fine propone due versioni. La prima afferma che il drago sia stato ucciso direttamente da San Giorgio, in onore del quale sono state erette le celebri chiese in cui sono conservate le sue due costole. Per la seconda invece sarebbe stato ucciso da un capostipite della famiglia Visconti, motivo per il quale è presente un drago sul loro stemma. Sulla natura delle ossa del drago conservate nelle chiesette si è discusso a lungo e sono state analizzate soltanto agli inizi del ‘900. Se ne è occupato Enrico Caffi, studioso di geologia e paleontologia che, dopo averle analizzate, ha stabilito che si trattava di ossa di Mammut. Tuttavia, considerata l’anzianità di questa unica perizia, il dubbio sulla reale natura delle ossa del drago Tarantasio permane ancora!

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