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BUONO A SAPERSI 23 GIUGNO 2021

La storia di come è nato il Concordato tra Stato e Vaticano

Dopo la polemica sul DDL Zan, in molti si sono chiesti come sia nato e quale sia il contenuto del Concordato tra Stato e Vaticano. Di fatto è un accordo che risale al 1984, ma ha radici più antiche.

DDL Zan e il Concordato: cosa è successo

Il Vaticano avrebbe attivato i propri canali diplomatici per chiedere la revisione del DDL Zan, il decreto di legge contro l’omotransfobia. A raccontarlo è stato il Corriere della Sera, che ha riportato come secondo la Segreteria di Stato la proposta violerebbe in “alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato”. Per la Santa Sede, infatti, il decreto legge, ora all’esame della Commissione Giustizia del Senato, ridurrebbe la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato. Sono le parti dell’accordo che assicurano alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale”. E inoltre garantiscono “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Si tratta proprio della modificazione dell’accordo tra Italia e Santa Sede effettuata nel 1984.

Come è nato il concordato tra Stato e Chiesa

Questo Concordato è stato firmato il 18 febbraio 1984 dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal segretario di Stato vaticano Agostino Casaroli. Ma la sua storia inizia molto prima. L’idea infatti era già contenuta nella revisione, prevista dall’articolo 7 della Costituzione, del Concordato firmato l’11 febbraio 1929 da Benito Mussolini e dal cardinale Pietro Gasparri nell’ambito dei Patti Lateranensi.

I Patti facevano parte della conciliazione tra lo Stato e la Santa Sede, dopo che, nel 1870, le truppe italiane erano entrate a Roma con la forza attraverso la breccia di Porta Pia. Da allora erano iniziati 60 anni di convivenza dello Stato Vaticano, all’interno dell’Italia. Ma solo nel 1929, con Mussolini, si sono raggiunti due accordi con la Santa Sede. Il primo fu il Trattato, con cui l’Italia riconosceva la sovranità della Santa Sede e il nuovo Stato della Città del Vaticano. Il secondo fu invece il Concordato, contenente le regole sull’esercizio del culto. Nel 1984, infine, si volle fare una revisione del Concordato, arrivando alla formula che conosciamo oggi con 14 articoli più un protocollo addizionale in 7 punti. Firmato da Craxi, il Concordato aveva definito il finanziamento della Chiesa attraverso l’8×1000, il superamento del principio secondo cui il cattolicesimo è religione di Stato e la libertà di organizzazione, ora contestata per il DDL Zan.

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