Si chiama Affetto, ha l'aspetto di un bambino e ha le espressioni più simili a quelle umane mai riprodotte in un androide. A renderle realistiche è l'asimmetria del volto, analizzata e quantificata per riprodurre fedelmente quella del viso umano, come spiegano i ricercatori dell'Università giapponese di Osaka sulla rivista Frontiers in Robotics and AI.
Hisashi Ishihara, Binyi Wu e Minoru Asada sono i tre "papà" di Affetto e avevano presentato per la prima volta l'androide nel 2011: adesso il volto è stato migliorato e reso più espressivo grazie a calcoli che hanno permesso di codificare i movimenti fini del viso e avvicinarli il più possibile a quelli di un bambino.