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BUONO A SAPERSI 07 OTTOBRE 2021

Latte scaduto, il trucco infallibile per capire se è ancora buono

La data di scadenza è la nostra salvezza, non solo è prevista per legge, ma ci dà indicazioni molto importanti relative alle tempistiche entro le quali si deve consumare un determinato alimento. Tuttavia ci sono dei casi in cui non è necessario essere così fiscali. Nel caso del latte scaduto, per esempio, ci sono dei semplici trucchi per capire se è ancora buono anche oltre la data riportata sulla confezione.

Combattere lo spreco alimentare è importante e ci sono delle situazioni in cui è possibile farlo senza mettere a repentaglio la propria salute o quella degli altri: questo è l’obiettivo principale. Per le uova scadute o la pasta, per esempio ci sono delle semplici regole da seguire, lo stesso vale per la bevanda oggetto della nostra analisi. Non sempre, infatti, è opportuno buttarla se è ancora nella confezione sigillata.

C’è infatti una legge che impone sei giorni di scadenza per quanto riguarda il latte fresco e il ritiro dagli scaffali dopo quattro. La norma però risale a 15 anni fa e, nel frattempo, la produzione, il livello di igiene e gli strumenti di conservazione sono cambiati in meglio. Tanto è vero che adesso il latte fresco può stare anche due giorni in più, a patto che venga conservato nel modo corretto e non si interrompa la catena del freddo.

Tre semplici regole

Il latte scaduto, quindi, non sempre è da buttare. Per non rischiare di star male, però, è importante esserne sicuri. Fondamentale è che la confezione sia ancora chiusa, dopodiché ci sono tre semplici passaggi da seguire per avere la prova del nove ed evitare di gettare un alimento ancora buono:

  1. Appena si apre la busta è bene annusare il contenuto: se l’odore che si avverte è anomalo, sa di acido non perdiamo tempo e compriamo una confezione nuova;
  2. In caso contrario, invece, si può andare avanti con l’analisi: si versa un po’ di latte scaduto in un bicchiere di vetro trasparente e si controlla se si notano striature. Se si separa in più fasi e ha dei grumi, vuol dire che è andato a male, altrimenti si può procedere con il terzo step;
  3. Se il latte è uniforme, la prova regina la dà il calore. Riscaldiamone un po’ sino a bollore e verifichiamo che non liberi strani odori, che il siero non si separi e che non si formi una sorta di ricotta.

Se l’aspetto del latte scaduto non cambia nemmeno in questo caso, possiamo assaggiarne una piccolissima quantità e se è buono al gusto possiamo consumarlo senza timori. Una piccola battaglia contro lo spreco alimentare è stata vinta, ma il consiglio è sempre quello di non arrivare oltre la data di scadenza.

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