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CONSIGLI 23 SETTEMBRE 2021

Le regole per conservare al meglio l'olio d'oliva

Sovrano assoluto della dieta mediterranea, l’olio d’oliva può alterarsi se non conservato in maniera corretta: ecco come fare per mantenere intatte le sue proprietà e caratteristiche organolettiche.

Sbalzi di temperatura, contenitori sbagliati, esposizione alla luce solare possono compromettere la qualità dell’olio d’oliva che usiamo per cucinare e condire, rendendolo addirittura nocivo per la nostra salute. Per prima cosa, se si acquista in latte e lattine, bisognerebbe travasarlo in bottiglie di vetro scuro o ambrato possibilmente solo al bisogno, per evitare di aprire e chiudere in continuazione i contenitori, favorendo l’ingresso dell’aria.

Questi accorgimenti garantiscono una maggior igiene, prevengono il rischio che si irrancidisca e limitano gli effetti dannosi che esposizione ad ossigeno, calore e luce possono avere: l’ideale, infatti, è riporre l’olio al buio e in una dispensa in cui la temperatura si attesti tra i 14 ed i 18 gradi, quindi non troppo vicina a fornelli e caloriferi, né tantomeno all’esterno della nostra abitazione.

Già intorno ai 12 gradi, l’extravergine cambia consistenza, mentre a 4 gradi tende a solidificarsi e la cristallizzazione dei trigliceridi che contiene forma macchie o palline bianche che si depositano sul fondo: ciò accade più velocemente per gli olii non filtrati.
Sebbene il congelamento non abbia effetti irreversibili sulla qualità e sul sapore, è sempre meglio evitare che ciò accada. Controllare sempre, inoltre, che il tappo sia a chiusura ermetica.

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