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CURIOSITÀ 15 LUGLIO 2022

Litio, il nuovo "oro bianco": cos'è e dove si trova in Italia

Il litio è ormai noto nel mondo delle industrie come “oro bianco”. Sempre più usato per i dispositivi tecnologici più avanzati, potrebbe diventare uno dei materiali più preziosi e richiesti a livello globale. Possedere giacimenti di questa materia potrebbe spostare gli equilibri economici e rendere più forti le nazioni che possono estrarre nel loro territorio la sostanza. Il prezzo del materiale è costantemente in crescita, e ha superato i 75 mila dollari per tonnellata, segnando un +280% rispetto a gennaio 2021. Dopo aver parlato della patente che sarà sul cellulare dal 2023, restando in tema innovazione, vediamo cos’è e dove si trova il litio in Italia.

Cos’è il litio

Premessa da fare per capire l’importanza di questo materiale per l’industria è che il litio è impiegato, in particolare, come componente delle batterie dei dispositivi tecnologici e adesso anche delle auto elettriche. Oltre a essere usato nel settore dell’automotive e dell’hi tech, è sfruttato anche nell’industria bellica, come additivo per i propellenti dei razzi, in quella energetica, nelle centrali nucleari, e in quella farmaceutica per la cura dei disturbi dell’umore. Il litio è il primo degli elementi metallici e il capostipite dei metalli alcalini. Non si trova in natura allo stato elementare ed è prodotto per elettrolisi da una miscela di cloruro di litio e cloruro di potassio fusi. Per il suo ampio uso in diversi ambiti, molti Paesi si stanno muovendo verso la nazionalizzazione della risorsa come utilità pubblica. Ma, in questo contesto, che ruolo potrebbe giocare l’Italia?

Dove sono i giacimento di Litio in Italia

A Nord di Roma, l’Enel nel 1975 ha scoperto una vasta area in cui la concentrazione di litio è di oltre 350 milligrammi per litro, ovvero una delle più alte al mondo. Tuttavia il nostro Paese non avrebbe le competenze scientifiche e tecniche per estrarre il materiale. L’Italia avrebbe concesso dei permessi di ricerca a una compagnia tedesca e a un gruppo italo-australiano, che starebbero già operando nel Nord Italia sui giacimenti di zinco, nickel, rame e argento. Il primo studio riguarda 1.146 ettari di terreno in una zona compresa nel comune di Campagnano. Il secondo di 2.046 ettari si trova invece tra i comuni di Roma e di Anguillara Sabazia. Lo scopo dei ricercatori è quello di capire se effettivamente la concentrazione di litio nel suolo è quella rilevata 50 anni fa dalle grandi compagnie energetiche del Paese. Se i numeri dovessero essere confermati, l’Italia dovrebbe pensare a come sfruttare questa risorsa senza svenderla a società straniere. Restando in tema innovazione, l’Italia è invece il primo Paese a sviluppare un sistema complesso di satelliti.

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