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CURIOSITÀ 17 MAGGIO 2022

Lo strano disturbo che ha reso grandi Leonardo, Picasso e Rembrandt

Un’analisi dell’opera d’arte rinascimentale suggerisce che Leonardo Da Vinci potrebbe aver avuto exotropia, una specie di strabismo che fa girare uno degli occhi verso l’esterno. Questa condizione potrebbe averlo aiutato come pittore permettendogli di passare dalla modalità tridimensionale alla visione bidimensionale. Ma il genio toscano non sarebbe stato il solo, si ipotizza che anche altri famosi pittori possano aver avuto la medesima condizione, come Rembrandt e Picasso. Dopo aver parlato di un indizio che potrebbe svelare il mistero dell’identità della Gioconda, torniamo su Leonardo Da Vinci e sul suo strano disturbo.

Cos’è l’exotropia, il disturbo che ha reso grandi Leonardo, Picasso e Rembrandt

Il professor di optometria Christopher Tyler dell’università di Londra suggerisce che Da Vinci abbia usato la propria immagine come modello per il viso nell’Uomo Vitruviano. Lo studioso ha analizzato sei opere d’arte rinascimentale dell’artista toscano. Osservando dipinti, disegni e statue e applicando le stesse tecniche utilizzate dagli optometristi sui pazienti, Tyler è stato in grado di concludere che gli occhi degli uomini raffigurati erano disallineati. La conclusione è stata che, se le immagini analizzate riflettono davvero l’aspetto di Da Vinci, il grande artista aveva un lieve caso di exotropia. Secondo Tyler, Da Vinci avrebbe avuto una forma lieve della condizione, che gli avrebbe permesso di usare entrambi gli occhi, quando era concentrato, e di usarne solo uno quando era rilassato. In questo modo il famoso artista avrebbe potuto vedere il mondo in due o tre dimensioni a piacimento, riuscendo a osservare le cose nel modo ideale per ricrearlo su una superficie piana. In pratica, la tendenza a fare affidamento sull’uso di un solo occhio per vedere il mondo e quindi perdere una certa percezione della profondità, avrebbe permesso a Da Vinci di capire meglio come gli oggetti tridimensionali potessero essere tradotti in un’immagine bidimensionale su una tela. Questo spiegherebbe alcune delle abilità del genio toscano nel rappresentare ombre e sottili cambiamenti di colore. Come Leonardo, il disturbo avrebbe permesso anche al pittore olandese Rembrandt e allo spagnolo Pablo Picasso di avere anche una percezione bidimensionale del mondo, perfetta da riprodurre su una tela, e di creare opere che incantano ancora oggi ogni spettatore che le possa ammirare.

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