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CONSIGLI 07 MAGGIO 2020

Lockdown: come preparare il cane al ritorno alla normalità

Il vostro quattrozampe si è dovuto come voi adattare a ritmi diversi durante la quarantena per il Covid-19 e, soprattutto, ha goduto della vostra presenza continua. Per molti, portare a spasso i cani è stata anche l’opportunità per prendere una boccata d’aria fresca fuori dalle mura domestiche, assaporando un momento di libertà. Anche avendo mantenuto le solite abitudini, però, Fido ha sicuramente percepito il lockdown come qualcosa di diverso e anche il ritorno alla vita di sempre, specie se è un animale particolarmente sensibile, può causargli qualche problema. Ecco qualche consiglio per prepararlo al meglio.

Osservare comportamenti anomali

I cani associano automaticamente il loro stato d’animo agli eventi e alle persone che li circondano e se qualcosa li ha resi felici o, al contrario, li ha spaventati, tenderanno sempre ad avere le stesse reazioni. Questo processo di “generalizzazione” può essersi instaurato anche nel periodo della quarantena ed è quindi fondamentale captare comportamenti anomali che si potranno verificare durante il “roll back”, capire da quale situazione siano stati generati e affrontarli in maniera corretta, anche con l’aiuto di educatori cinofili, se necessario.

Silenzio e rumore

Molti cagnolini, specie quelli adottati in canile e che hanno magari un passato difficile, sviluppano diverse fobie: nello strano silenzio del lockdown, anche piccoli rumori potrebbero essere loro sembrati ancora più spaventevoli di prima. Bisogna quindi avere un’attenzione particolare nei loro confronti. Gli esemplari più diffidenti nei confronti degli estranei o più amanti della tranquillità hanno sicuramente beneficiato delle restrizioni “sociali” della quarantena e saranno quindi maggiormente stressati dal ripopolamento delle città e dei parchi e dal ritorno di tanti suoni fastidiosi che erano praticamente scomparsi in questi mesi.

Aumento della dipendenza dal padrone

In generale, gli animali domestici, soprattutto i cani, non sono autonomi dai padroni, ma alcuni esemplari sono più dipendenti di altri e la presenza costante dei loro umani può aver accentuato il loro bisogno di rassicurazione continua. Abituarsi ad assenze più prolungate o a minore attenzione nei loro confronti per la ripresa degli impegni quotidiani dei loro padroni, renderanno traumatico il loro futuro post Covid. Se per alcuni cani il ritorno a ritmi normali e la fine della convivenza forzata sarà più piacevole, per altri renderà difficile sopportare solitudine e malinconia.

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