La proverbiale intraprendenza italiana ha portato ad una nuova frontiera del concetto di “fast food”. Ecco l’osteria in cui meno stai al tavolo e meno paghi!
Nel cuore di Bologna, i ristoratori Antonella De Sanctis e Mirco Carati hanno avuto l’idea geniale di attingere alle tradizioni del passato per il loro locale, il “Vâgh íñ ufézzí”, trasformandolo nella prima “osteria a tempo” della nostra epoca; si cena su due turni, e si paga in base a quanti minuti si sta al tavolo. Già il cantautore Francesco Guccini aveva raccontato in un libro l’esistenza nel secondo dopoguerra di un ristorante in cui si poteva mangiare solo pasta e fagioli, pagando in base al tempo impiegato per il pasto.
Proprio da qui l’idea di Antonella e Mirco: ottimizzare il turn-over dei clienti stabilendo il prezzo di 18 euro per un’ora e 26 per due; si possono ordinare pietanze a volontà, a patto di rispettare il limite temporale prescelto. Il menù spazia tra i più squisiti piatti della tradizione emiliano-romagnola ed ognuno dei tavoli è dotato di orologio, per non “sforare”; per “svegliare” i più distratti c’è comunque una vecchia campana, che i titolari fanno rintoccare allo scadere di ogni ora.
La ristorazione a tempo è una realtà già esistente in altri paesi, come l’Irlanda, dove si può restare nei pub al massimo per un’ora e tre quarti. Non è quindi escluso che la trovata possa essere copiata anche in altre località turistiche italiane.