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CURIOSITÀ 30 NOVEMBRE 2021

Pancarrè, la leggenda sulla nascita del pane quadrato

Amatissimo soprattutto dai bambini, il pancarrè è comune in tutte le nostre case. Pochi sanno però che pare essere nato per i boia torinesi.

Secondo i racconti, tutto ebbe origine nella Torino del 1400 quando i panettieri cominciarono a vendere il pane ai boia della città consegnandolo rovesciato in segno di disprezzo. Uno sdegno tale da spingere il Duca di Savoia Amedeo VIII a promulgare un editto per costringere i fornai a trattare ogni cliente – boia compresi – allo stesso modo. Il politico – detto Il Pacifico – fece persino mettere nero su bianco la frase: “O accettate il boia come cliente o diventerete suoi clienti”. I panettieri ovviamente furono costretti ad obbedire ma, intenzionati a continuare a palesare il proprio dissenso, inventarono appositamente per i sicari legalizzati il pancarrè, pane a fette che, in quanto tale, non permetteva di distinguere il sopra dal sotto.

Una leggenda senza riscontri ufficiali che per molti è solo un’affascinante storiella culinaria. Di fatti nel paniere dei prodotti tipici torinesi c’è il riconoscimento ufficiale per torcetti, canestrelli e grissini ma non per il pancarré. Ufficialmente, il sistema meccanizzato per affettare il pane viene attribuito, nel 1917, all’americano d’origine tedesca Otto Frederick Rohwedder; un’invenzione messa poi in commercio nel 1928, permettendo la nascita del pane in cassetta industriale. Nessun dubbio sull’origine del nome: il piemontese “pancarrè” deriva dal francese “pain carré”, ovvero pane quadrato. A proposito di Francia, oltralpe si sostiene che questo tipo di pane fu introdotto in Italia da Napoleone, durante l’occupazione di Torino.

Di sicuro nel capoluogo piemontese è nato il tramezzino, panino triangolare costituito proprio da due fette di pancarré: all’interno del Caffè Mulassano di Torino una targa recita “Nel 1926, la signora Angela De Michelis Nebiolo inventò il tramezzino”. I coniugi Nebiolo furono i primi, tornati con un tostapane dagli USA, a proporre nel nostro paese il toast, panino caldo e croccante ripieno di formaggio filante e prosciutto cotto. Ma il vero successo arrivò con l’idea d’usare il pane morbidissimo senza tostatura: dapprima furono utilizzate fette di pancarré senza crosta, poi queste vennero sostituite da un tipo di pane reso più soffice grazie all’aggiunta nell’impasto del latte. A battezzare i piccoli panini gustosi fu Gabriele d’Annunzio: li nominò “tramezzini”, diminutivo di tramezzo, in quanto spuntino spezza fame fra la colazione e il pranzo.

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