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CURIOSITÀ 25 LUGLIO 2019

Perché ci distraiamo?

È un dato di fatto: ognuno di noi passa la metà della propria vita “off-task”, come dicono gli inglesi, ovvero assentandosi per qualche istante dai propri compiti. Arriva sempre il momento in cui la mente inizia a vagare senza una meta precisa. Ma perché ci distraiamo? Tra i banchi di scuola, ci hanno insegnato che distrarsi è una cattiva abitudine, ma ora un libro mette in crisi questo assioma: scritto da Michael C. Corballis, psicologo, scienziato e professore alla University of Auckland in Nuova Zelanda, “La mente che vaga, cosa fa il cervello quando siamo distratti” spiega come alternare stati di attenzione e distrazione sia del tutto fisiologico. Succede a tutti ed è un’attività essenziale per stimolare immaginazione e creatività, che hanno a che fare con lo sviluppo del linguaggio. La distrazione sarebbe quindi un fattore biologico. Le pause durante i nostri compiti ci aiutano sì a riposare, ma non solo: secondo lo scrittore, infatti, le nostre menti sono naturalmente progettate per vagare, indipendentemente dal fatto che lo si voglia o no.

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