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CURIOSITÀ 25 LUGLIO 2021

Perché d'estate in città fa più caldo? 'Colpa' delle isole di calore

Perché in città fa più caldo? Se lo stanno chiedendo tutte le persone che non sono ancora partite o non partiranno per le vacanze estive. Le temperature si alzano nei centri urbani e a spiegarci perché sono le isole di calore: un microclima più caldo rispetto a periferia e campagna. Un fenomeno che si conosce da tempo, ma che con il surriscaldamento globale ci sta interessando ancor di più.

Il primo a farsi questa domanda e a utilizzare la definizione “isole di calore” è stato Luke Howard, un chimico britannico vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, che ha studiato le differenze climatiche di Londra.

Il microclima, in base alle varie aree geografiche, cambia anche all’interno della stessa città. La presenza di superfici scure, per esempio, spiega l’escursione termica rispetto alla campagna. A concorrere è anche una minore evapotraspirazione: il passaggio dell’acqua dal terreno all’aria allo stato di vapore che è reso possibile dalla natura. Un processo che consente di assorbire il calore dall’ambiente.

Tutti i motivi

Gli edifici alti, quindi con maggiore superficie, assorbono maggiormente il calore, creando il cosiddetto “effetto canyon”. L’aria in queste zone, di solito, è più calda di 4 gradi rispetto ad altre aree.

L’asfalto, il traffico, le industrie e l’inquinamento creano un effetto serra che si traduce in un caldo maggiore. Anche i meteorologi che devono fare le previsioni distinguono tra centro e periferia.

La differenza di temperatura tra città e campagna, inoltre, è maggiore di notte rispetto alle ore diurne. A incidere di giorno è la radiazione solare sugli edifici, che diventano una grande riserva di energia, e di notte “in città rinfresca di meno”.

Anche se si nota più durante l’estate, le isole di calore agiscono anche d’inverno, anzi a volte l’escursione termica è maggiore tra città e campagna. Il cemento, che si sviluppa in verticale e orizzontale, ostacola le correnti di aria fredda.

Si può venire a creare un circolo vizioso per l’ambiente. Visto che le temperature più alte portano a un maggiore utilizzo dei condizionatori, che favoriscono, quindi, a loro volta, la dispersione di calore. Inoltre c’è un consumo di energia elettrica più significativo.

Non sono da sottovalutare i conseguenti problemi di salute, tra i quali il colpo di calore e una minore resa cognitiva. A tutto c’è rimedio però. Le amministrazioni, che hanno registrato un innalzamento dei costi di gestione delle isole cittadine, sono più sensibili alla questione.

Si possono fare delle scelte urbanistiche differenti, prediligendo i materiali chiari o che riflettono il calore invece di assorbirlo. Il bitume riflette solo tra il 6 e il 26% della radiazione solare, contro il 70 del gruppo vinilico. Il cemento al posto dell’asfalto riduce l’assorbimento del 50%. Tuttavia non è tutto oro quello che luccica… e riflette. Il calore riflesso viene assorbito dai palazzi intorno alla strada, se non sono stati rivestiti o ristrutturati adeguatamente. Fino a quando non cambiano massicciamente le cose, quindi, non resta che trasferirsi in campagna.

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