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SPETTACOLI E VIP 14 DICEMBRE 2020

Perché è famoso Elio Germano

Tutto su Elio Germano, uno dei migliori protagonisti del nostro cinema.

Classe 1980, nasce a Roma il 25 settembre.
Esordisce al cinema nel 1993, col film di Castellano e Pipolo “Ci hai rotto papà”.
Sempre più attratto dal grande schermo, nel 1999 abbandona il palcoscenico (a cui si era avvicinato) per partecipare al film di Carlo VanzinaIl cielo in una stanza”.
Comincia così la sua carriera cinematografica, che lo vede lavorare, fra i tanti registi, con Ettore Scola (“Concorrenza sleale”), Giovanni Veronesi (“Che ne sarà di noi”), Michele Placido (“Romanzo criminale”), Gabriele Salvatores (“Quo vadis, baby?” e “Come Dio comanda”) e Paolo Virzì (“Tutta la vita davanti”).

Ma non solo cinema, partecipa anche a produzioni tv di successo, come “Un medico in famiglia 2”.
Il 2007 non è solo l’anno della vittoria del David di Donatello, come miglior attore protagonista del film di Daniele Lucchetti “Mio fratello è figlio unico”: fa discutere il nudo integrale nel film “Nessuna qualità agli eroi”.
Intanto, sempre per il film di Lucchetti, vince il Globo d’oro della Stampa Estera al miglior attore rivelazione ed il Premio Guglielmo Biraghi ai Nastri d’argento.
Nel 2008 veste i panni del conduttore radio Marco Baldini nel film “Il mattino ha l’oro in bocca”, nel 2010 col film di Lucchetti “La nostra vita”, vince come miglior attore al Festival di Cannes e si porta a casa David di Donatello e Nastro d’argento.

A fine 2010 interpreta Folco Terzani, figlio del giornalista Tiziano Terzani, nel film “La fine è il mio inizio”.
Nel 2011 vince il Globo d’oro con “Magnifica presenza” di Ferzan Özpetek,.
Nel 2013 è protagonista di “L’ultima ruota del carro” di Veronesi.
Nel 2014 è Giacomo Leopardi ne “Il giovane favoloso”, aggiudicandosi il terzo David, il Premio Pasinetti a Venezia ed il Nastro d’argento.
Nel 2020 conquista l’Orso d’argento al Festival di Berlino, prestando il volto al pittore Antonio Ligabue in “Volevo nascondermi”.
Sempre nel 2020 recita in “Favolacce”.
Ed è targato 2020 anche “L’isola delle rose”, film Netflix che racconta la storia dell’ingegnere bolognese riuscito a costruire, alla fine degli anni ’60, una sorta di micro-nazione autogovernata al largo di Rimini.

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