Nutrirsi è indispensabile per vivere, ma grazie al senso del gusto, mangiare qualcosa di buono è anche un piacere che ci fa sentire felici. Ma perché alcuni cibi sono salati, dolci o amari? Possiamo percepire e distinguere il sapore più o meno gradevole di pietanze e bevande grazie alle papille gustative, delle piccole cellule che si trovano sulla superficie della lingua, ma anche nel palato, nelle guance e nella parte alta della gola: sono in grado di trasmettere al cervello stimoli diversi a seconda di come è composto il cibo che ingeriamo. I gusti fondamentali che possiamo riconoscere sono salato, dolce, amaro, acido e “umami”, che in Giappone significa “saporito”: questo quinto gusto è stato scoperto proprio da un giapponese, il dottor Ikeda, ed è legato alla presenza nel cibo del glutammato monosodico, fino a qualche anno fa componente principale dei dadi per il brodo, ma contenuto naturalmente negli alimenti ricchi di proteine come carni e formaggi. Le nostre papille gustative rimangono intatte fino ai 5 anni di vita: per i bambini, quindi, alcuni sapori risultano molto più forti che per gli adulti e proprio per questo motivo spesso non gradiscono determinati cibi. Dai 6 anni in poi, queste cellule cominciano a “invecchiare” e ci si riesce ad abituare a mangiare anche pranzetti più saporiti. Oggi hai imparato perché alcuni cibi sono salati, dolci o amari!