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KIDS 13 GENNAIO 2020

Perché i fumetti si chiamano così?

Da Topolino agli eroi Marvel e DC Comics, dai Manga giapponesi alle vignette umoristiche sui giornali, i fumetti, da quando sono stati inventati, hanno rappresentato un nuovo modo di leggere delle storie, abbinandole a dei disegni che le illustrano. Perché i fumetti si chiamano così? Avete presente gli Indiani d’America che per inviare dei messaggi a distanza usavano i segnali di fumo? Potremmo dire che i fumetti sono molti simili, perché le parole che i personaggi disegnati dicono, sono racchiuse dentro a delle “nuvolette”, che somigliano a degli sbuffi di fumo! Ed è proprio da questa caratteristica che prendono il loro nome. In inglese, invece, gli spazi che contengono i dialoghi dei protagonisti si chiamano “baloons”, cioè palloncini. Le didascalie che descrivono le scene o i passaggi da una vignetta all’altra, si chiamano “cartigli”, come i rotoli di carta stilizzati all’interno dei quali gli Antichi Egizi dipingevano o incidevano i nomi di regine e Faraoni. Esiste anche una forma di fumetto “fotografico”, inventata in Italia nel 1947, che era molto popolare negli anni ’60-’70, realizzata con attori e attrici professionisti, che venivano fotografati con le espressioni e la posa adatti alla trama delle storie inventate dagli autori. Oggi hai imparato perché i fumetti si chiamano così!

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