Perché i fuochi d’artificio sono colorati? In quasi tutte le feste di paese più importanti, non può mancare lo spettacolo pirotecnico, che illumina il cielo notturno con bellissime figure di tanti colori. Ma perché i fuochi d’artificio sono colorati? La storia degli spettacoli e dei festeggiamenti in cui è protagonista il fuoco è antichissima ed è legata alla prima sostanza esplosiva conosciuta dall’uomo: la polvere nera, detta anche polvere da sparo. Composta da zolfo, carbone e salnitro, veniva inserita in tubi di cartone che, una volta accesi, esplodevano in mille stelline. Fino al 1800, i fuochi d’artificio non avevano coloranti al loro interno, ma venivano solo assemblati in tante forme diverse, come cascate, fontane e girandole, che producevano solo una luce giallastra: l’effetto speciale delle scintille si otteneva aggiungendo anche del carbone in scaglie e queste apparivano dorate se si utilizzava anche della limatura di ferro. I primi razzi colorati furono utilizzati nella I Guerra Mondiale per le segnalazioni in battaglia, ma i fuochi d’artificio come li vediamo oggi si ottengono mescolando alla base esplosiva diversi minerali: con i Sali di bario, ad esempio, si ottiene il verde, con quelli di stronzio il rosso, con il calcio si fa l’arancione, con il sodio il giallo, e con dei composti del rame il blu e il viola. Il bianco argentato, invece, si ottiene aggiungendo magnesio, alluminio, titanio e antimonio. Oggi hai imparato perché i fuochi d’artificio sono colorati!