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KIDS RAGAZZI 05 AGOSTO 2019

Perché la pagella si chiama così?

La aspettiamo sempre con ansia, anche se siamo sicuri di aver studiato e aver preso dei bei voti. Ma perché la pagella si chiama così? Il nome con cui tradizionalmente si definisce la scheda di valutazione dei risultati scolastici deriva dal latino “Pagĕlla”, che è il diminutivo di “Pagĭna”, passato nella lingua italiana con lo stesso significato, cioè “facciata scritta di quaderno o libro”: la sua invenzione risale al 1783 e si deve a Giuseppe II, imperatore d’Austria, ma venne introdotta nelle scuole italiane solo nel 1926. Non veniva distribuita direttamente negli istituti, ma andava acquistata dai tabaccai al prezzo di 5 lire e poi fatta compilare dagli insegnanti. Sulle prime pagelle c’era lo stemma dei Savoia, che regnavano in Italia, le materie erano lavori domestici e manuali, religione, canto, lettura espressiva e bella scrittura; la valutazione degli alunni era espressa con tre giudizi: sufficiente, buono e lodevole. A seconda delle varie riforme applicate dal Ministero dell’Istruzione negli anni, le schede di valutazione si distribuivano alla fine di un trimestre e, più avanti, di un quadrimestre e contenevano giudizi scritti in parola o voti numerici, più una specie di “riassunto” finale, in cui si descriveva in maniera più dettagliata il percorso scolastico dei ragazzi e i motivi delle valutazioni degli insegnanti. In qualunque forma sia, la pagella è quasi sempre un incubo per tutti gli studenti… Oggi hai imparato perché la pagella si chiama così!

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