Perché l’auto si dice utilitaria? “Con la signora Pina si diresse allegro verso la sua utilitaria posteggiata sotto un magnifico palazzo illuminato, nel quale c’era una gran festa di ricchi. “Buon anno!” urlò Fantozzi verso le finestre. Dal terzo piano, secondo una vecchia usanza, piombò sulla macchina una vecchia cucina economica da 2 tonnellate: gliela appiattì come la frittata con cipolle che a lui piaceva tanto”. Ebbene sì, anche il ragioniere più sfortunato del nostro cinema, interpretato magistralmente da Paolo Villaggio, ne possedeva una. Ma perché l’auto è detta utilitaria? L’utilitaria è un tipo di autovettura caratterizzata da dimensioni e dotazioni essenziali. Sono quindi automobili progettate per assolvere le più normali e semplici funzioni pratiche, relative al trasporto di persone e cose. La prima utilitaria prodotta in Italia fu la celebre Fiat 500 Topolino Giardiniera, fabbricata dalla casa automobilistica torinese nel 1948. Fino agli anni settanta, il termine utilitaria veniva utilizzato per definire auto minimali, cioè non dotate di optional o comfort. A partire dalla fine degli anni 70, venne introdotta una nuova definizione di autoveicolo, ovvero le superutilitaria. A questo termine si associò sostanzialmente la definizione che precedentemente caratterizzava le utilitarie e si iniziò a parlare di auto di segmento B, per definire le macchine particolarmente indicate per un uso di tipo cittadino.